John Fante raccontato da Francesco De Gregori

Da Pickwick con Giovanna Zucconi

Giovanna Zucconi, nella trasmissione televisiva Pickwick, del 1994, presenta il capolavoro di John Fante: Chiedi alla polvere. Fante lo scrive nel 1939, ma il successo gli arriderà solo postumo, negli anni Ottanta, grazie alla riscoperta di Charles Bukowski, che lo adora al punto da dichiarare: “Lui è il mio Dio”. Protagonista di Chiedi alla polvere è Arturo Bandini, aspirante scrittore italoamericano, nonché alter ego dello stesso Fante, che, inseguendo il successo letterario, deve fare quotidianamente i conti con gli stenti di una vita vissuta ai margini della società. L’ospite in studio è il cantautore Francesco De Gregori, che racconta le vicende di Arturo e la sua tormentata storia d’amore con Camilla Lopez, cameriera di origini messicane, che precipiterà fatalmente in un destino di droga e autodistruzione. Il libro, che ci trascina in alberghetti polverosi e locali di infima categoria, è uno straordinario romanzo di formazione, la storia di un’educazione sentimentale e, soprattutto, il viaggio interiore di un giovane alla ricerca di se stesso.

Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d’albergo, a Bunker Hill, nel cuore di Los Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell’albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.


John Fante nasce a Denver, nel Colorado (USA), l’8 aprile 1909 da una famiglia d’origine italiana. Primo di quattro figli, trascorre la sua infanzia a Boulder (Colorado) e nel 1927 si diploma al Regis High School di Denver, dai gesuiti. Negli anni Trenta si trasferisce in California. Resta folgorato dalla prosa di Knut Hamsun. H. L. Mencken, uno dei critici più autorevoli del tempo, gli pubblica diversi racconti sulla rivista “The American Mercury”. A Los Angeles, Fante alterna la sua attività di scrittore a lavori come il  lavapiatti, il fattorino d’albergo, l’operaio nelle fabbriche di scatolame di pesce. Nel 1937 sposa Joyce Smart con cui avrà quattro figli. Dopo la stesura del suo primo romanzo,  The Road To Los Angeles (La strada per Los Angeles), più volte rifiutato dagli editori e uscito postumo, Fante pubblica nel 1938  Wait Until Spring, Bandini (Aspetta primavera, Bandini). Il romanzo esce anche in Inghilterra, ed è tradotto in Italia (da Elio Vittorini) e in Norvegia. Nel 1939, viene pubblicato Ask The Dust (Chiedi alla polvere), il suo capolavoro, tradotto anche in Italia. L’anno dopo, la casa editrice Viking di New York dà alla stampa la sua prima raccolta di racconti, Dago Red. Parallelamente a quella di scrittore, Fante esercita in questi anni la professione di sceneggiatore, con cui si mantiene . Il suo nuovo romanzo, Full of Life esce nel ’52 e diventa subito un best-seller tradotto in numerosi paesi. Nel 1957 e nel 1960 John Fante è in Italia per lavorare con Dino De Laurentiis. In questi anni Fante ritrova la sua verve creativa e scrive The Brotherhood of the Grape (La confraternita dell’uva), pubblicato nel 1977, mentre 1933 Was A Bad Year (Un anno terribile) e My Dog Stupid (Il mio cane stupido) usciranno postumi. Una nuova generazione di artisti, principalmente californiani, riconosce in Fante un maestro.  Decisivo il pronunciamento di Charles Bukowski: “Fante era il mio dio”. Sebbene afflitto da un diabete che lo ha reso cieco e disabile, nel 1979 John Fante detta alla moglie quello che sarà il suo ultimo romanzo, Dreams From Bunker Hill (Sogni di Bunker Hill), pubblicato dalla Black Sparrow nel ’82. Muore l’8 maggio del 1983.