Jorge Luis Borges: gli archetipi

L'amore per le enciclopedie

In un’intervista realizzata nel 1971, Jorge Luis Borges parla del suo interesse per gli studi di Jung, di Frazer e di Burton, per le enciclopedie, soprattutto per quelle antiche, e per la teoria degli archetipi. Spade, tigri e specchi costituiscono i simboli che, considerati per la loro arcaica potenza evocativa alla stregua di archetipi junghiani, animano i microcosmi che lo scrittore argentino “finge” nelle pagine dei suoi libri. Gli specchi rimandano al problema dell'identità: lo scrittore ricorda come il tema del “doppio” torni in tante civiltà, quel “doppio” che per alcune culture è connesso all’idea del soprannaturale e della morte, così come viene evocato in una celebre sequenza del film di Bergman, Il posto delle fragole.

A me piacciono molto le enciclopedie, soprattutto quelle un po' antiche, non le attuali che sono puramente opere di consultazione, bensì quelle anteriori, che erano fatte più per la lettura, e abbondavano di monografie - Jorge Luis Borges


Jorge Luis Borges nasce il 24 agosto 1899 a Buenos Aires. Di famiglia benestante e colta, Borges impara a parlare prima in inglese e poi in castigliano. Nel periodo in cui si combatte la Prima Guerra Mondiale vive prima in Svizzera, poi in Spagna. Tornato in Argentina, tra il 1924 e il 1927 collabora a Martín Fierro, rivista d'avanguardia che determina il movimento detto, appunto, "martinfierrista". Borges lavora come bibliotecario e si avvicina alla filosofia idealistica. Conosce A. Bioy Casares e insieme compiono quelle che egli stesso definisce più tardi "svariate imprese letterarie". Inizia a insegnare. A seguito di un incidente comincia a perdere la vista, fino alla cecità. Muore a Ginevra il 14 giugno 1986.

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