La strada e l'attesa nel Deserto dei Tartari di Buzzati

Un'analisi di Nicola Bultrini

L'incipit del Deserto dei Tartari di Dino Buzzati immerge immediatamente il lettore nell'atmosfera che dominerà l'intero romanzo e che viene così descritto dal poeta e giornalista Nicola Bultrini: "è l'attesa in tutte le sue declinazioni: l’attesa del grande amore, della grande avventura, l’attesa della morte. In realtà è l’attesa del proprio destino, o meglio ancora, è l’attesa del senso del proprio destino". 

Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione. Si fece svegliare ch'era ancora notte e vestì per la prima volta la divisa di tenente. Come ebbe finito, al lume di una lampada a petrolio si guardò allo specchio, ma senza trovare la letizia che aveva sperato. Nella casa c'era un grande silenzio, si udivano solo piccoli rumori da una stanza vicina; sua mamma stava alzandosi per salutarlo. Era quello il giorno atteso da anni, il principio della sua vera vita

Dino Buzzati nasce il 16 ottobre 1906 nella villa di famiglia presso San Pellegrino, località alle porte della città di Belluno. Il padre è Giulio Cesare Antonio Buzzati Traverso, celebre giurista veneziano. È il terzo di quattro fratelli. Dopo la morte del padre, a quattordici anni, Buzzati si iscrive al liceo Parini, dove conosce Arturo Brambilla, che in seguito diventa il suo migliore amico. Terminati gli studi superiori, Buzzati si iscrive a giurisprudenza per assecondare le volontà della famiglia. Nel 1928 inizia a lavorare come praticante al Corriere della Sera del quale diverrà in seguito redattore, e  infine inviato.  Nel 1933 esce il suo primo romanzo, Bàrnabo delle montagne, al quale segue dopo due anni Il segreto del Bosco Vecchio. Da entrambe le opere vengono tratti film: il primo girato da Mario Brenta nel 1994, il secondo da Ermanno Olmi nel 1993. Nel 1940 Buzzati pubblica il suo più grande successo: Il deserto dei Tartari, scritto l'anno precedente, dal quale nel 1976 Valerio Zurlini trae il film omonimo. In quegli anni Buzzati comincia a dedicarsi ai racconti brevi, talvolta pubblicati anche sulle pagine del Corriere. Accanto all'attività narrativa, Buzzati continua la sua attività di giornalista: quando esce Il deserto dei Tartari è inviato di guerra ad Addis Abeba per il Corriere. Nel 1946 Buzzati cambia editore passando a Mondadori. Nel 1949 è inviato dal Corriere al seguito del Giro d'Italia. Nel 1958 vince il Premio Strega con la raccolta Sessanta racconti. Accanto all'attività di scrittore e giornalista, Buzzati si dedica alla pittura e al teatro, curando anche le scenografie delle sue rappresentazioni. Interessanti le esperienze come sceneggiatore, che lo vedono collaborare con Federico Fellini alla stesura de Il Viaggio di G. Mastorna, progetto che il regista insegue tutta la vita, e che non viene mai alla luce. Muore a Milano il 28 gennaio 1972.

Nicola Bultrini è nato nel 1965 a Civitanova Marche, e vive e lavora a Roma. Ha pubblicato le raccolte di versi La specie dominante (Aragno 2014), La coda dell’occhio (Marietti, 2011), I fatti salienti (Nordpress, 2007). La sua raccolta Occidente della sera è presente nell’VIII° Quaderno Italiano di Poesia Contemporanea (Marcos y Marcos, 2004). Per la poesia ha vinto il Premio Montale, edizione 2002. Sue poesie e scritti vari sono stati pubblicati su riviste (tra cui Poesia, Nuovi Argomenti, Galleria).  Scrive per il quotidiano Il Tempo.