Nadine Gordimer si racconta

La capacità di osservare è la caratteristica dello scrittore

Il premio Nobel per la Letteratura Nadine Gordimer, scomparsa il 13 luglio del 2014, si racconta in questa intervista che parte dagli anni dell'adolescenza, quando divenne un'entusiasta attrice dilettante.  Il tempo e il luogo in cui era nata e vissuta - il Sud Africa dell’apartheid - l’avevano portata a  un importante crocevia della storia: del suo Paese Nadine Gordimer ha fatto in tempo a osservare tutto. L’apartheid, la reclusione di Nelson Mandela, la straordinaria pacificazione e infine la morte di Madiba, nel dicembre 2013.

Se dovessi dire cosa fa di una persona uno scrittore, quale sia la sua vera essenza,  credo si tratti della sua capacità di osservare.


Nadine Gordimer (Johannesburg, 1923 – 2014), scrittric e saggista sudafricana, è stata insignita del Booker Prize nel 1974, del Premio Nobel per la letteratura nel 1991 e ha vinto il Premio Grinzane Cavour per la Lettura nel 2007. Tra i suoi lavori ricordiamo: The Quest for Seen Gold apparso nel 1937 su “Sunday Express”, la raccolta Faccia a faccia (Face to Face) del 1949, il romanzo autobiografico I giorni della menzogna (The Lying Days) del 1953. Seguirono molti altri capolavori come Un mondo di stranieri (1958), Il mondo tardoborghese (1966), Un ospite d’onore (1971), Storia di mio figlio (1990), Sveglia! (2005), Beethoven era per un sedicesimo nero (2007).