Paolo Volponi: città e campagna

L'infanzia, la nevrosi, la poetica

Paolo Volponi fa della storia della modernizzazione capitalista e dell'utopia del suo impossibile rovesciamento la cifra peculiare di tutta la sua narrativa. La macchina mondiale (1965) è  il romanzo che vale a Volponi il premio Strega, che riceve una seconda volta nel 1991 con La strada per Roma. L’opera del 1965, parzialmente autobiografica, narra di un giovane uomo che, stanco della routine che vive a Urbino, sua città natale, si trasferisce a Roma. La città raccoglie e alimenta le speranze del protagonista, ma sarà anche, inevitabilmente, il luogo del disincanto. Lo stesso Volponi legge alcune pagine de La macchina mondiale. Qui di seguito l'incipit del romanzo:

Il mio pensiero e la mia materia, le lacerazioni che si producono all'interno, nel tracciato della mia macchina e nell'accensione dei diversi commutatori, mi tengono anche vicino alle cose e ai fatti che camminano intorno a me, nella mia casa e nella mia campagna e in questo pezzo di terra marchigiana dalla parte dell'Appennino, che viene chiamato la parrocchia di San Savino. Qui intorno le cose vanno molto piano oppure fuggono rapidissime, ignoranti quanto accidentali; e non hanno ordine, come ancora non hanno ordine queste colline e questi scoscesi, i fossi ed i calanchi che da San Savino vanno verso Frontone o Monlione o l'Acquaviva; anche se i filari, le strade, il fumo dei camini e i riflessi dei vetri delle finestre compongono spesso tutti insieme, specie la domenica, una rete che può sembrare il disegno di un progetto meccanico, cioè il tentativo di una perfezione e di una felicità.

Paolo Volponi nasce a Urbino il 6 febbraio 1924, qui si diploma al ginnasio-Liceo Sanzio e nel 1948 si laurea in Giurisprudenza. Nell’anno della laurea pubblica la raccolta di versi, Il ramarro per le edizioni dell’Istituto d’arte di Urbino, con la presentazione di Carlo Bo. Lavora all’Olivetti (1950-71), poi alla Fiat (1972-75), nell'area delle inchieste e relazioni sociali, anche con mansioni dirigenziali. Nel 1955 pubblica la raccolta di poesie L’antica moneta. Nel 1960 con la terza raccolta poetica, Le porte dell’Appennino, vince il premio Viareggio. Esordisce nella narrativa col romanzo Memoriale (1962). Con La macchina mondiale (1965) vince il premio Strega; del 1974 è Corporale. Nel 1974 esce la sua raccolta di versi Foglia mortale e l’anno dopo il romanzo Il sipario ducale, con il quale lo scrittore si aggiudica per la seconda volta il premio Viareggio. Nel 1979 esce il romanzo Il pianeta irritabile e nel 1980 una scelta delle raccolte di versi precedenti col titolo Poesie e poemetti (1946-1966). Negli anni successivi Volponi prosegue nella sua produzione letteraria con il romanzo Il lanciatore di giavellotto e viene eletto nel 1983 senatore nelle liste del PCI come indipendente. Nel 1986 esce una raccolta di poesie inedite: Con testo a fronte (Premio Mondello 1986). Nel 1989 pubblica il romanzo Le mosche del capitale e l’anno successivo la raccolta Nel silenzio campale. Nel 1991 pubblica il romanzo La strada per Roma con cui ottiene, per la seconda volta, il premio Strega. Nello stesso anno entra a far parte del gruppo di senatori di Rifondazione comunista e nel 1992 è eletto di nuovo senatore, carica che abbandona per motivi di salute l’anno successivo. Il 23 agosto 1994 Paolo Volponi muore ad Ancona. Il leone e la volpe, dialogo scritto a quattro mani con Leonetti, esce postumo l’anno della sua morte.