Pierluigi Cappello e il Pasolini dell'Usignolo della Chiesa cattolica
Una lettura poetica
Ci vuole un grande poeta per immergersi nella parola di Pasolini, lasciandosi alle spalle la sua drammatica vicenda umana e le interpretazioni sociali e politiche che solitamente tengono banco quando si parla di questo autore. Pierluigi Cappello ci introduce a L’usignolo della chiesa cattolica, la prima raccolta di versi di Pier Paolo Pasolini, “una pietra dura che poi una volta scalfita apre in tutte le direzioni poetiche che Pasolini condurrà e prenderà”. I versi dell’Usignolo nascono da una ferita, una lacerazione profonda che si fa domanda sul come vivere la vita, sospesi tra il limite della nostra corporeità e il nostro desiderio di infinito, tra angoscia e meraviglia.
Pierluigi Cappello nasce l'8 agosto 1967 a Gemona del Friuli. Ha frequentato la facoltà di Lettere all’università di Udine. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Montale Europa (2004), il Bagutta Opera Prima (2007), il Viareggio-Rèpaci (2010). Collaboratore del Sole 24 Ore, nel 2012 gli è stato riconosciuto il premio Vittorio De Sica sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. Tra i suoi libri: Le nebbie (Campanotto, 2003), Mandate a dire all'imperatore (Crocetti, 2010), Questa libertà (Rizzoli, 2013), Ogni goccia balla il tango. Rime per Chiara e altri pulcini (Rizzoli, 2014). Tutte le sue poesie sono state raccolte in Un prato in pendio. Tutte le poesie 1992-2017, pubblicato da BUR nel 2018. Muore il 1 ottobre 2017 a Cassacco.L'illecito t'è in cuore
e solo esso vale
ridi del naturale e
millenario pudore.