Tommaso Pincio: il Grande Fratello era Orwell

Un'interpretazione di 1984

Tommaso Pincio parla qui del romanzo più noto di George Orwell, 1984. La critica ha sempre proposto come candidati per la figura mitica del Grande Fratello, i despoti del Ventesimo secolo, Hitler e Stalin. Ma secondo Pincio i tratti del Grande Fratello sono quelli dello stesso Orwell. Da 1984:

Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale propria nell'atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l'unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all'occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Sopratutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell'indurre l'inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto.

Tommaso Pincio, pseudonimo derivato da Thomas Pynchon, esordisce nel 1999 con M. Ha scritto: Lo spazio sfinito (2000), Un amore dell'altro mondo (2002), La ragazza che non era lei (2005), Gli alieni (2006), Cinacittà (2008), Un amore dell'altro mondo (ripubblicato nel 2014), Panorama (2015), Scrissi d'arte (2015), Il dono di saper vivere (2018). Collabora alla rivista Rolling Stone e alle pagine culturali di La Repubblica e il manifesto.