Retablo di Vincenzo Consolo

Letteratura, specchio dei sentimenti

Vincenzo Consolo racconta la gestazione di Retablo e le scelte linguistiche ad esso sottese. Retablo è un libro ambientato nel Settecento. Negli anni in cui Consolo lo scrisse c'era la contestazione giovanile e la letteratura veniva consideata una questione borghese; questo libro vuole essere un omaggio alla letteratura, e Sciascia lo descrisse come "un miracolo".

Negli anni in cui scrissi Retablo c'era l'esplosione della contestazione giovanile. All'epoca, si diceva che si doveva leggere solo saggistica perché la letteratura era considerata borghese. Ma solo la letteratura può rappresentare i sentimenti dell'uomo. La saggistica può raccontare il contesto.


Vincenzo Consolo nasce a a Sant’Agata di Militello (Messina) il 18 febbraio 1933. Fin dagli anni cinquanta si sposta a Milano. Terminati gli studi di giurisprudenza tra Milano, dove studia all’Università Cattolica, e Messina, dove si laurea con una tesi in Filosofia del Diritto, insegna nelle scuole agrarie in Sicilia, tornando poi nel capoluogo lombardo per lavorare in RAI. Esordisce nel 1963 con La ferita dell’aprile; del 1976 è Il sorriso dell’ignoto marinaio, il suo capolavoro. Altrettanto significativi sono Retablo (Palermo,1987), Nottetempo, casa per casa (Milano, 1992), L’olivo e l’olivastro (Milano, 1994), Lo Spasimo di Palermo (Milano, 1998), Di qua dal faro. Tra i racconti: Le pietre di Pantalica (Milano,1988), Per un po’ d’erba ai limiti del feudo (in Narratori di Sicilia a cura di L. Sciascia e S. Guglielmino, Milano, 1967), Un giorno come gli altri (in Racconti italiani del Novecento a cura di E. Siciliano, Milano, 1983), il racconto teatrale Lunaria (Torino, 1985), Catarsi. Tra i saggi: Nfernu veru. Uomini e immagini dei paesi dello zolfo (1985), La pesca del tonno in Sicilia ( Palermo 1986), Il barocco in Sicilia ( Milano, 1991), Vedute dallo stretto di Messina (Palermo, 1993). Muore a Milano il 21 gennaio 2012.