Rino Caputo: l'importanza dell'epistolario pirandelliano

Quando la corrispondenza diventa letteratura

Rino Caputo dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dopo aver sottolineato la fama mondiale di Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934, parla delle sue lettere, della peculiarità prettamente letteraria dell'epistolario pirandelliano, e della capacità "fantasmatica" che questi riesce a esprimere nella sua corrispondenza quotidiana.

Quello che risalta a partire dalle ricerche documentarie degli ultimi 20, 25 anni, è la capacità [di Pirandello] di essere scrittore anche quando scrive lettere, nell'epistolario. Le lettere sono anche un testo letterario, e sono tali perché partono da realtà quotidiane e diventano con la penna di pirandello immediatamente scrittura e letteratura - Rino Caputo


Luigi Pirandello, nato a Girgenti in Sicilia il 28 giugno 1867, è stato uno degli scrittori e drammaturghi più importanti della letteratura e del teatro italiani e non solo, insignito del prestigioso Premio Nobel per la Letteratura nel 1934 con la seguente motivazione: "Per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell'arte drammatica e teatrale". Pirandello raggiunge il successo nel 1904 con il romanzo Il fu Mattia Pascal e continua a scrivere narrativa tra romanzi e novelle fino agli anni Venti in cui si dedica completamente al teatro, fondando la Compagnia del teatro d’arte. Tra le sue opere più note: Uno, nessuno, centomila (1926), Il berretto a sonagli, Così è (se vi pare) (1925), Sei personaggi in cerca d’autore (1921). I temi della disgregazione dell’Io, della perdita identitaria, del contrasto fra Vita e Forma sono il tratto caratteristico della sua poetica e della sua drammaturgia. Muore a Roma il 10 dicembre del 1936.

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