Rosella Postorino, Le assaggiatrici

Premio Campiello 2018

Partendo da uno spunto di cronaca (un’ultranovantenne tedesca che ha rivelato pubblicamente poco prima di morire di aver svolto questo ruolo), Rosella Postorino nelle Assaggiatrici (Feltrinelli), immagina i travagli di un’assaggiatrice coatta. Rosa Sauer è una delle assaggiatrici di Hitler, un gruppo di dieci giovani donne assoldate dai nazisti per scongiurare il pericolo che il loro capo venga avvelenato. Siamo a Gross-Partsch, un villaggio vicino al rifugio del Führer denominato la Tana del lupo e, come Cappuccetto Rosso, Rosa si muove su un terreno pieno di insidie. Lei si è trasferita da Berlino in campagna dai suoceri, suo marito è disperso in guerra; rischia di morire per quello che mangia, ma intanto ha molto più cibo a disposizione della maggior parte dei tedeschi. Postorino indaga sulle capacità di adattamento del suo personaggio, sulla relazione di quasi amicizia che stabilisce con alcune delle sue compagne, sui pensieri che rivolge al marito di cui non sa più nulla, sui suoi incontri notturni con un tenente delle SS che la conquista con la forza del suo desiderio. Vive in “epoca amputata” Rosa, e così si sente anche lei, che ha visto morire sua madre sotto un bombardamento, che ha respirato l’avversione di suo padre verso il nazismo e che si sente dominata dal desiderio di sopravvivere nonostante tutto. Con Rosella Postorino in questa intervista abbiamo parlato di adattamento e sopravvivenza, del clima da favola nera che si respira in questo romanzo,  e dei momenti storici che mettono alla prova gli esseri umani. Le assaggiatrici ha vinto la 56^ edizione del Premio Campiello.

All’inizio prendiamo bocconi misurati, come se non fossimo obbligate a ingoiare tutto, come se potessimo rifiutarlo, questo cibo, questo pranzo che non è destinato a noi, che ci spetta per caso, per caso siamo degne di partecipare alla sua mensa. Poi però scivola per l’esofago atterrando in quel buco nello stomaco, e più lo riempie più il buco si allarga, più stringiamo le forchette. Lo strudel di mele è così buono che d’improvviso ho le lacrime agli occhi, così buono che ne infilo in bocca brani sempre più grossi, ingurgitando un pezzo dopo l’altro sino a gettare indietro la testa e riprendere fiato, sotto gli occhi dei miei nemici.


Rosella Postorino è nata a Reggio Calabria nel 1978, è cresciuta a San Lorenzo al mare (Imperia) e vive a Roma. Ha esordito con il racconto In una capsula, incluso nell'antologia Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi 2004). Ha pubblicato i romanzi La stanza di sopra (Neri Pozza, 2007), L’estate che perdemmo Dio (Einaudi 2009) e Il corpo docile (Einaudi 2013), la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani, 2009), Il mare in salita (Laterza, 2011) e Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018). È fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).

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