Scrivere la Resistenza: Elio Vittorini

Gabriele Pedullà sul romanzo Uomini e no

Gabriele Pedullà analizza la complessità che il tema della Resistenza ha avuto nella vita e nella scrittura di Elio Vittorini, senza dimenticare il confronto con gli altri scrittori che hanno affrontato lo stesso argomento: Beppe Fenoglio e Italo Calvino.

Uomini e no racconta una delle due Resistenze che si sono combattute: quella di città, molto diversa da quella che si svolse sulle colline e sulle montagne. L’esperienza di Elio Vittorini non è stata di rottura, perché non partì giovane, come la maggior parte degli scrittori nati negli anni Venti, e perché da partigiano si occupò a Milano di pubblicazioni clandestine, attività non molto diversa da quella che aveva svolto prima e che svolse in seguito

Gabriele Pedullà si sofferma principalmente sul romanzo Uomini e no, “il più tempestivo dei libri sulla Resistenza”, pubblicato nel 1945, mettendone in luce la struttura e la costruzione dei personaggi, più vicini nella loro dimensione psicologica tormentata ai protagonisti dei romanzi di Italo Svevo e Luigi Pirandello, piuttosto che alle figure create dalla letteratura resistenziale. Completa questa puntata un contributo della scrittrice Paola Soriga, autrice del romanzo Dove finisce Roma, ambientato negli anni della lotta di Liberazione.

Storie della Letteratura è un programma di Isabella Donfrancesco e di Alessandra Urbani, produttore esecutivo Annalisa Proietti, regia Laura Vitali.

Elio Vittorini (Siracusa, 1908 – Milano, 1966), scrittore, critico letterario e traduttore, da ragazzo fa l'operaio; si rivela intorno al 1927, nell'ambiente fiorentino di Solaria; dopo la Liberazione dirige a Milano la rivista Il Politecnico (1945-47), di tendenza comunista; poi, presso l'editore Einaudi, la collezione letteraria I gettoni, che scopre nuovi scrittori; infine la collezione Medusa dell'editore Mondadori e, con Italo Calvino, i quaderni di letteratura Il menabò. Nei suoi primi racconti (Piccola borghesia, 1931; Il garofano rosso, 1933-35, Nei Morlacchi - Viaggio in Sardegna, 1936) oscilla fra una memoria proustiana e un realismo spesso crudo; ma con Conversazione in Sicilia (1941), comincia a trarre dal mondo dei ricordi figurazioni mitiche della vita del mondo offeso dal male. Dopo Uomini e no, romanzo ispirato alla Resistenza italiana, scrive Il Sempione strizza l'occhio al Fréjus (1947), Le donne di Messina La garibaldina (1956). Raccoglie i suoi scritti critici, letterari e di costume in Diario in pubblico (1957). Diverse le pubblicazioni postume di sue opere.