Silvia Zoppi Garampi, Le lettere di Ungaretti

Un saggio sullo stile epistolare di Giuseppe Ungaretti

Dell'epistolario di Giuseppe Ungaretti scrive Silvia Zoppi Garampi nell'introduzione al suo libro Le lettere di Ungaretti. Dalle cartoline di franchigia all'inchiostro verde, pubblicato da Salerno con prefazione di Leone Piccioni:

Alcuni carteggi, oggi ben noti, appaiono preziosi per inquadrare l'uomo e il poeta, il cittadino e il credente, il personaggio che intende occupare laraga parte del proscenio e svela per intero la sua fragilità. Scrive, ed è come se parlasse con colleghi, saggisti, editori, scultori e pittori, registi e compositori, con amici. Le lettere sono piane ma vibranti, in un toscano rivisistato da influenze letterarie; un procedere sorretto dalla spontaneità, dal vigore, dalla passione, nell'assenza di quella retorica che non si addice al parlare e allo scrivere lucchese. Chiarezza e mistero.

Con Silvia Zoppi Garampi abbiamo ripercorso a grandi linee i temi del libro: lo svelamento senza pudori che fa di sé Ungaretti nelle lettere, soprattutto quelle dal fronte; l'uso dell'epistolario come laboratorio poetico; il periodo brasiliano e le sue sofferenze.

Silvia Zoppi Garampi è nata a Lucca nel 1962. Insegna Letteratura italiana nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Di Ungaretti ha pubblicato il carteggio inedito L’allegria è il mio elemento. Trecento lettere con Leone Piccioni (Milano 2013 e 2014), e il profilo Ungaretti (Milano 2018).
 

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888. Nel 1912 si trasferisce a Parigi. Interventista, si arruola volontario e combatte sul Carso dove scopre ben presto il dramma della guerra. Nel 1918 combatte sul fronte francese. Nel 1916 pubblica, grazie all’amico Ettore Serra, Il porto sepolto in 80 esemplari. Nel 1919 pubblica Allegria di naufragi. Nel 1923 ripubblica le poesie di Allegria di naufragi con il primo titolo, Il porto sepolto, con la prefazione di Benito Mussolini. Nel 1936 si trasferisce a San Paolo del Brasile a insegnare letteratura italiana e nel 1942 torna in Italia, nominato Accademico d'Italia e professore per “chiara fama” di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università “la Sapienza” di Roma. Torna a scrivere poesie sull’insensatezza della guerra nella raccolta Il Dolore del 1947. Nel 1969 l'intera opera poetica è raccolta col titolo Vita d'un uomo come primo volume della collana i Meridiani. Muore nel 1970.