Stepan Solženicyn: in ricordo di mio padre
Testimonianza del figlio del premio Nobel Aleksandr Solženicyn
Stas' Gawronski intervista Stepan Solženicyn, figlio del grande scrittore e premio Nobel per la letteratura Aleksandr Solženicyn.
Stepan Solženicyn ripercorre i temi e la letteratura del padre, che si sono concretizzati in capolavori come Una giornata di Ivan Denisovic, Arcipelago gulag e, di recente pubblicazione italiana, L'uomo nuovo. In quest'ultima raccolta di racconti tornano gli argomenti che hanno fatto la grandezza dello scrittore russo, come il rapporto tra la persona e il potere, la burocratica disumanizzazione dei regimi totalitari e, infine, le insospettabili risorse che consentono ai singoli individui di resistere a violenze molto più grandi di loro.
Mio padre è stato un grande scrittore, e credo che l'impatto del suo lavoro sia stato così forte perché lui era grande nella creazione letteraria. Quando ero bambino non mi rendevo conto di quanto fosse grande - Stepan Solženicyn
Aleksandr Isaevic Solženicyn (Kislovodsk, 1918 – Mosca, 2008) è stato uno scrittore e drammaturgo russo, dissidente nei confronti del potere sovietico. I suoi scritti fanno conoscere al mondo le atrocità dei gulag, i campi di lavoro sovietici, dov’egli stesso trascorre gran parte della sua vita. Nel 1970 vince il premio Nobel per la letteratura, assegnato con la seguente motivazione "Per la forza etica con la quale ha proseguito l'indispensabile tradizione della letteratura russa". Esiliato dall’URSS, vive in Svizzera e negli Stati Uniti, dove insegna all’Università di Stanford. I suoi capolavori sono Arcipelago Gulag, Una giornata di Ivan Denisovič, Divisione Cancro.