Umberto Eco e il suo Pape Satàn Aleppe

Il libro postumo dello scrittore e semiologo

Lo storico editor di Eco e presidente de La nave di Teseo Mario Andreose, e l’ex direttore de L’Espresso Luigi Vicinanza, ricordano il grande Umberto Eco raccontando l’uomo e l’intellettuale, e muovendosi principalmente attraverso quello che è il primo libro postumo dello scrittore: Pape Satàn Aleppe, una raccolta degli ultimi quindici anni delle Bustine di Minerva, la rubrica che Eco pubblicava su L’Espresso ogni due settimane.

Crisi delle ideologie, crisi dei partiti, individualismo sfrenato... Questo è l'ambiente - ben noto - in cui ci muoviamo: una società liquida, dove non sempre è facile trovare una stella polare (anche se è facile trovare tante stelle e stellette). Di questa società troviamo qui i volti più familiari: le maschere della politica, le ossessioni mediatiche di visibilità che tutti (o quasi) sembriamo condividere, la vita simbiotica coi nostri telefonini, la mala educazione. E naturalmente molto altro, che Umberto Eco ha raccontato regolarmente nelle sue Bustine di Minerva. È una società, la società liquida, in cui il non senso sembra talora prendere il sopravvento sulla razionalità, con irripetibili effetti comici certo, ma con conseguenze non propriamente rassicuranti. Confusione, sconnessione, profluvi di parole, spesso troppo tangenti ai luoghi comuni. "Pape Satàn, pape Satàn aleppe", diceva Dante nell'"Inferno"(VII, 1), tra meraviglia, dolore, ira, minaccia, e forse ironia.

Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 - Milano, 19 febbraio 2016) è stato uno degli intellettuali più importanti della storia della cultura italiana: semiologo, filosofo, medievalista, massmediologo, scrittore, traduttore e docente universitario, durante la sua lunga carriera ha condiretto la casa editrice Bompiani (dal 1959 al 1975), contribuito alla formazione del Gruppo 63, storica neoavanguardia letteraria, e fondato nuovi pionieristici corsi di laurea (il DAMS e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna). Nel 1980 pubblica il bestseller mondiale Il nome della rosa, vincitore di innumerevoli riconoscimenti tra cui il Premio Strega nell’anno successivo, tradotto in 47 lingue e venduto in 30 milioni di copie. 

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