Testimonianze su Carlo Emilio Gadda

Guido Piovene, Elio Vittorini, Alberto Moravia

Nel 1963 a Corfù durante il raduno del Premio degli editori, Guido Piovene, Elio Vittorini e Alberto Moravia parlano della figura e dell’opera di Carlo Emilio Gadda. La cognizione del dolore è considerato da Piovene il suo miglior libro. L’opera, infatti, rappresenta la chiave delle nevrosi di Gadda, del suo complesso edipico, che egli sublima attraverso il particolare utilizzo del linguaggio. Piovene ricorda come il successo abbia toccato Gadda, considerato un personaggio eccentrico, solo dopo trent’anni di importante attività letteraria. Vittorini riassume l’intervento fatto nella giuria del premio sui narratori e le loro famiglie. Moravia sottolinea come Gadda abbia precorso i tempi: è stato importante in Italia e in Europa perché ha anticipato la crisi del realismo ottocentesco, attraverso la modificazione del mezzo espressivo, ossia del linguaggio. L'incipit della Cognizione del dolore:

In quegli anni, tra il 1925 e il 1933, le leggi del Maradagàl, che è paese di non molte risorse, davano facoltà ai proprietari di campagna d'aderire o di non aderire alle associazioni provinciali di vigilanza per la notte - (Nistitúos provinciales de vigilancia para la noche); e ciò in considerazione del fatto che essi già sottostavano a balzelli ed erano obbligati a contributi molteplici, il cui globale ammontare, in alcuni casi, raggiungeva e financo superava il valsente del poco banzavóis che la proprietà rustica arriva a fruttare, Cerere e Pale assenziendo, ogni anno bisestile: cioè nell'anno su quattro in cui non si sia verificata siccità, non pioggia persistente alle semine ed ai raccolti, e non abbi avuto passo tutta la carovana delle malattie.

Carlo Emilio Gadda nasce il 14 novembre 1893 a Milano. Si iscrive al Politecnico per studiare ingegneria, ma nel 1915 parte volontario per il fronte (e solo nel 1955 pubblica il Giornale di guerra e di prigionia sulla dolorosa esperienza della guerra). Collaboratore della rivista “Solaria”, dal 1931, dopo aver esercitato per anni la professione di ingegnere, riesce a dedicarsi completamente all’attività letteraria e pubblica La madonna dei filosofi a cui segue, nel 1934, Il castello di Udine. Nel 1936 scrive La cognizione del dolore (pubblicato in volume nel 1963 e nel 1970). Nel 1940 si trasferisce a Firenze dove frequenta critici e scrittori; nel 1944 pubblica la raccolta di racconti L’Adalgisa. Dal 1950 è a Roma dove lavora alla Rai e redige le Norme per la redazione di un testo radiofonico. Ottiene una grande notorietà con Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (pubblicato in volume nel 1957), un giallo senza soluzione, ambientato nella Roma del 1927. Tra le opere dell’ultimo periodo va ricordato anche il saggio-pamphlet Eros e Priapo (1967) sulla retorica del regime fascista. Muorea a Roma il 21 maggio 1973.