Thomas Mann, L'Eletto

La maledizione di Edipo

Pubblicato nel 1951, L’eletto è una delle opere di Thomas Mann preferite da Franco Brusati. Drammaturgo e regista cinematografico, Brusati viene intervistato da Antonio Debenedetti, il quale lo interroga sulle ragioni di questa sua predilezione letteraria. Scritto da Mann pochi anni prima di morire, con l'insolenza allegra dell'anziano, L’eletto è una favola edipica e, soprattutto, è un atto di fede nell'Europa. Pur parlando d'incesto, il libro è leggero, mozartiano. Dietro questa opera si nasconde la tragedia di Mann, che vede farsi più prossimo il suo rapporto con la morte: nel 1949 il figlio Klaus, omosessuale, legato da un problematico rapporto con la sorella Erika, si suicida. L'eletto in quell’anno era già stato scritto, pronto per essere pubblicato. Brusati insiste sulla morbosità e la malattia come chiavi interpretative di tutta l'opera di Mann.

O felix culpa quae talem,
ac tantum meruit habere redemptorem


Thomas Mann nasce a Lubecca il 6 giugno 1875. Inizia a scrivere brevi novelle pubblicate sul settimanale satirico Simplicissimus. Nel 1901 pubblica I Buddenbrook, romanzo che gli procura un enorme successo all'età di venticinque anni. Nel 1929 riceve il Premio Nobel per la Letteratura. Dal 1933 vive esule in Svizzera prima, negli Stati Uniti in seguito. Torna a Zurigo nel 1952. Fra le sue opere più celebri: La morte a Venezia (1912), La montagna incantata (1924), Doctor Faustus (1947).