Umberto Eco. Una lingua universale

Il ruolo della televisione e dei mass media

Intervista del 1993 a Umberto Eco, realizzata in occasione della presentazione del suo libro La ricerca di una lingua perfetta, un’organica indagine sui tentativi posti in atto nei secoli per trovare una forma linguistica universale. La confusione delle lingue fu il castigo inflitto da Dio all’uomo che aveva osato sfidarlo costruendo una torre alta fino al cielo. Dopo Babele, l’essere umano ha impiegato molte delle sue forze alla ricerca della lingua delle origini, quella che avevano parlato Dio e Adamo nell’Eden. La ricerca di Eco muove dalla genesi biblica fino ad arrivare alle lingue escogitate in epoca moderna, come l’esperanto, testimonianza della profonda esigenza dell’uomo contemporaneo di trovare un linguaggio universale. Per raggiungere tale obiettivo, fondamentali sono i mass-media, che potrebbero diffondere nel mondo modelli linguistici omogenei, come afferma lo stesso Eco nell’intervista.

Un mucchio di ragazzi se sanno qualcosa di inglese lo sanno attraverso le canzoni e attraverso la televisione, quindi la televisione in questa geografia linguistica del futuro è un elemento nuovo di cui non abbiamo precedenti nella storia - Umberto Eco

Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 - Milano, 19 febbraio 2016) è stato uno degli intellettuali più importanti della storia della cultura italiana: semiologo, filosofo, medievalista, massmediologo, scrittore, traduttore e docente universitario, durante la sua lunga carriera ha condiretto la casa editrice Bompiani (dal 1959 al 1975), contribuito alla formazione del Gruppo 63, storica neoavanguardia letteraria, e fondato nuovi pionieristici corsi di laurea (il DAMS e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna). Nel 1980 pubblica il bestseller mondiale Il nome della rosa, vincitore di innumerevoli riconoscimenti tra cui il Premio Strega nell’anno successivo, tradotto in 47 lingue e venduto in 30 milioni di copie.