Gianluigi Ricuperati, Est

Una sorprendente installazione londinese

Mentre il suo matrimonio si avvia verso la conclusione con tutti i dolorosi strascichi che questo comporta, un fotografo quarantenne viene chiamato per un colloquio nel “più inusuale ufficio di post produzione cinematografica che si possa concepire”. Al numero 99 di Piccadilly a Londra, sotto la direzione del misterioso Igor, si lavora a un film girato in tre anni e incentrato sulla vita dello scienziato russo Vernadskji; serve qualcuno che documenti l’impresa. È questo lo scenario entro cui si sviluppa il nuovo romanzo di Gianluigi Ricuperati, Est pubblicato da Tunuè. Tra la perdita del suocero, un nuovo amore, vari stimoli creativi, l’uomo cerca di reinventare la propria identità. Ispirato, con ampi margini di fantasia, alla storia di Dau, il film/installazione realizzato dal cineasta russo Ilya Khrzhanovsky, uno dei progetti di video arte e filmografia più innovativi del nostro tempo e al lavoro del fotografo Stefano Graziani, definito dall'autore "uno scopritore di connessioni".

Era la fine dell’inizio del ventunesimo secolo, e mi guadagnavo da vivere facendo il fotografo. Ero venuto al mondo da quarant’anni. Avevo ormai capito che il mondo era un magnifico handicap. Anzi. Che era il campo da golf che si poteva affrontare solo con un magnifico handicap. Anzi. Che non tutti gli handicap erano magnifici. Parlo dell’handicap a comprendere, tipico di alcuni. Parlo dell’handicap a perdonare, tipico di altri. Parlo dell’handicap a intuire. Dell’handicap a sostenere. Dell’handicap a immaginare. Dell’handicap a far fiorire. Il paesaggio degli uomini e delle donne mi sembrava in quel momento una labirintica collezione di handicap. Ma nessuno, a quel punto, era messo peggio di me: perché il mio handicap era non sapere amare altri adulti.


Gianluigi Ricuperati è nato a Torino il 13 agosto 1977. Dopo saggi usciti per Bollati Boringhieri e Laterza, esordisce nel romanzo con Il mio impero è nell’aria (minimum fax 2011) a cui seguono La produzione di meraviglia (Mondadori 2013), edito in Francia da Gallimard, e La scomparsa di me (Feltrinelli 2017). Già direttore creativo della Domus Academy, è fondatore dell’Institute for Production of Wonder, che svolge lavoro di ricerca e comunicazione per istituzioni pubbliche e private. Scrive sulla Repubblica, Il Foglio e altre testate.

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