Inaam Kachachi, Dispersi
L'esilio e il rapporto con la patria di una famiglia irachena
Si apre con un’anziana signora irachena in sedia a rotelle, accolta all’Eliseo da Sarkozy e dal papa, il bel romanzo di Inaan Kachachi, Dispersi, tradotto da Elisabetta Bartuli per Francesco Brioschi. Il tassista che la preleva da un condominio di immigrati non sa che si tratta di Wardiya Iskandar, una ginecologa ottantenne che si è impegnata strenuamente nel proprio lavoro, e ora ha lo statuto di rifugiata e attende il visto per raggiungere la figlia maggiore in Canada. Il libro ricostruisce la storia di Wardiya, dagli studi in medicina decisi dai suoi genitori (era brava a scuola, inizialmente voleva fare la maestra come le sorelle), al primo incarico nella sperduta Diwaniya, dove crea dal nulla il reparto di ginecologia e si guadagna la fiducia delle donne, al matrimonio con un amatissimo medico, alla nascita dei tre figli, alla morte del marito e al trasferimento a Baghdad. L’imbarbarimento dell’Iraq costringe i figli a partire: Hinda, la maggiore, anche lei dottoressa, va a Toronto con la famiglia e si accontenta di un faticoso lavoro in una riserva indiana pur di tornare a esercitare la medicina; Barraq, ingegnere, è a Haiti in missione; Yasmine accetta un matrimonio combinato a Dubai pur di lasciare il paese. Raccontato in terza e in prima persona (dalla nipote che aiuta Wardiya a Parigi e che vede con piacere il legame che s’instaura tra la donna e suo figlio adolescente), Dispersi getta una luce sulla vita di persone costrette a reinventarsi la vita a causa della guerra con una scrittura limpida e appassionante. Abbiamo incontrato Inaam Kachachi a Festivaletteratura di Mantova. Traduzione consecutiva di Sandra Bertolini.
Inaam Kachachi è nata a Baghdad nel 1952. Laureata in giornalismo, ha lavorato sin da giovane per la stampa e la radio irachene. Nel 1979 si è trasferita a Parigi e ha fatto un dottorato in Storia del giornalismo collaborando come corrispondente per diverse testate arabe. Nel 2004 ha realizzato un documentario su Naziha al-Dulaimi, dottoressa irachena e prima donna a diventare ministra in un paese arabo. In Italia ha pubblicato Parole di donne irachene (2003) e I cuori sono ruscelli che scorrono (2005). Le tragedie dell'Iraq tornano nel romanzo La nipote americana (2008) tradotto in inglese e francese ed entrato nella short list dell'International Prize for Arabic Fiction del 2009. Nel 2013 Kachachi ha pubblicato il suo terzo romanzo, Tashari; nel 2018 è in uscita in Italia Dispersi.Adesso a Parigi sono le sette del mattino.
Le nove a Baghdad.
Le dieci a Dubai.
Ancora ieri nel Manitoba.
L’una di notte ad Haiti.
È come se un macellaio avesse afferrato la mannaia e deciso di disseminare in utti quei luoghi le varie parti che compongono il suo corpo.