Michela Monferrini, Muri maestri

Ci sono muri che uniscono

Superando il muro che divide la sua proprietà da quella dei vicini Cosimo Piovasco di Rondò, il protagonista del Barone rampante di Italo Calvino, inizia a conoscere il mondo e a innamorarsene. A citare Calvino e la sua frase “se alzi un muro pensa a ciò che resta fuori” è Michele Monferrini nel suo saggio che si legge come un romanzo Muri maestri (La nave di Teseo). Invece di partire dai muri che dividono, che fanno da barriera tra i popoli, Monferrini parte dai muri che uniscono in nome della memoria. Dal Wall of Heroes voluto nel 1900 da Georg Frederic Watts in Postman’s Park a Londra (una parete di piastrelle di ceramica dedicata agli eroi comuni, a gente morata per salvare la vita ad altri) ai “ti amo” con cui Daniel Boulogne tappezza un muro di Parigi dal Before I Die Wall al Waiting Wall fino al Muro del pianto: sono numerosi gli esempi di muri eretti per celebrare aspirazioni, sogni, ideali.

Quello che è scritto sui muri maestri racconta le storie di molti, di tutti; fissa di una moltitudine di anonimi le speranza, i desideri, i gesti, le lettore; li salva dall’oblio ribellandosi al tempo; li riporta alla luce ripescandoli dal sommerso, dove pure sono stati messi muri a dividere.

Michela Monferrini è nata nel 1986 a Roma, dove risiede. È stata finalista ai premi Subway – Poesia 2005, Campiello Giovani 2008 e Calvino 2012. Ha curato Quasi un racconto (Edilet 2009), La letteratura è un cortile di Walter Mauro (2011) e Cercando Tabucchi (Postcart Edizioni 2016, con Paolo Di Paolo); è autrice di Conosco un altro mare. La Napoli e il Golfo di Raffaele La Capria (Perrone 2012), Chiamami anche se è notte (2014) e L’altra notte ha tremato Google Maps (2016). Scrive per le pagine culturali de Gli Altri.

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