Nicola Manuppelli, Roma
La formazione di un giovane nella Roma di Fellini
Per me Roma è sempre stata l'estate. Ci arrivai che era il 21 giugno del 1970, lasciandomi Milano e la primavera alle spalle. Ci arrivai che ero un ragazzo timido e confuso, una persona del nord a tutti gli effetti, con le macchinosità e le cavillosità di una persona del nord, un ragazzo pallido e tremolante, un pastrocchio dai capelli ricci ma non troppo, neri ma di un nero non intenso. Un ghirigoro con le gambe e le braccia. Una creatura della pianura che non aveva conosciuto mai davvero quella che i latini chiamano aestas, il calore bruciante, il tempo buono, l'aria serena. Per noi di Milano il caldo è sempre un po' umido, il tempo appiccoso o ostile, l'aria un po' turbolenta, quasi che avessimo paura di stare con le mani in mano. Ci portiamo dietro una formalità che è secolare e ci fa apparire freddi anche quando siamo solamente impacciati. Ciò ci rende più difficile superare la giovinezza, come se la nostra linea d'ombra fosse sconfinata quasi quanto la nostra pianura.
Nicola Manuppelli è nato a Vizzolo Predabissi nel 1977. Scrive, traduce, cura, scopre autori americani e irlandesi (fra i quali Andre Dubus, Charles Baxter, Jane Urquhart, Roger Rosenblatt, A.B. Guthrie, Sara Taylor, Gina Berriault, Don Robertson). Collabora, fra gli altri, con Mattioli, Minimum Fax, Nutrimenti, Aliberti. Suoi articoli sono apparsi su Chicago Quarterly, Numéro, D di Repubblica, Satisfiction, Il Primo Amore, IBS Café. Ha pubblicato i romanzi Bowling (2014, Barney Edizioni) e Merenda da Hadelman (2016, Aliberti), la biografia della scrittrice Alice Munro, La fessura (2014, Barbera) e la raccolta di poesie Quello che dice una cameriera (2017, Miraggi). Dal 2016 conduce il programma radio I fuorilegge con Claudio Marinaccio e dirige una collana omonima di letteratura americana e italiana. Nel 2016 il noir Merenda da Hadelman (Aliberti). È il biografo ufficiale dello scrittore americano Chuck Kinder.