Richard Flanagan, Prima persona

La storia di un ghost writer ossessionato dal suo cliente

Kif, l’io narrante di Prima persona, il romanzo di Richard Flanagan pubblicato da Bompiani nella traduzione di Alessandro Mari, è un giovane originario della Tasmania, che si dibatte tra il sogno di diventare uno scrittore e grandi difficoltà economiche. Ha uno scapestrato amico di una vita, Ray, che fa da guardiaspalle a un famoso truffatore sul punto di venir arrestato; questo lo propone come ghost writer al suo capo Ziggy Heidl. C'è già un editore che punta al bestseller, deve solo riuscire a sopportare il tipo. Heidl, dotato di “una molesta fisicità”, manifesta “il bisogno quasi viscerale di possedere tutti quelli che incontra”: cerca di insinuarsi nella vita del suo biografo, dimostra di sapere molto su sua moglie Suzy, su sua figlia, e persino sui gemelli in arrivo, e della sua di vita non ha alcuna voglia di parlare, si limita a seminare indizi contraddittori. Il romanzo è la storia dello scontro tra questi due uomini, tra quello che cerca disperatamente di mettere insieme una storia e quello che si diverte a depistare e anche a spaventare il suo riluttante interlocutore. Non mancano episodi truculenti come l’interminabile parto gemellare di Suzy, nel corso del quale al protagonista sembra di sentire la presenza malefica di Heidl, o la scena del suicidio di questo. Prima persona s’interroga sulle motivazioni dello scrittore, sul suo rapporto falsato con la realtà, sull’egoismo che lo separa dagli altri e sulla fascinazione che la depravazione esercita su di lui. Parla anche della Tasmania, “isola maligna che ci divorava tutti”, patria dell’autore, oltre che del suo personaggio. Alla fine l’aspirante scrittore, assorbe la lezione di vita del malfattore di cui si è occupato, rinuncia alla letteratura e ai suoi disvelamenti e si dà alla carriera di autore televisivo. Molto attuale.

io smaniavo di poter incontrare un brivido, un’idea, un’emozione utile per lavorare di fantasia sull’infanzia di Heidl. Ma c’era solo una noia sterminata. Se fossi stato un vero scrittore, forse là fuori avrei riconosciuto una forma di bellezza postmoderna, o almeno avrei finto di riconoscerla uscendomene con una frase a effetto. Ma ero un isolano, un uomo nato in un’isola alla fine del mondo dove la misura di tutto quello che conta non era l’uomo, e certi panorami capaci di smuovere la letteratura contemporanea non smuovevano me. Io venivo da un luogo remoto e provinciale, così lo definivano, e davvero non sapevo come guardare le cose nel modo giusto,quindi come avrei potuto scrivere nel modo giusto?

Richard Flanagan ha partecipato a Festivaletteratura a Mantova. In questa occasione l'abbiamo intervistato su Prima persona. Si ringrazie per la traduzione Sarah Cuminetti. 

Richard Flanagan è nato a Longford, in Tasmania, nel 1961. Il suo primo romanzo di successo è Morte di una guida fluviale (1994), il cui protagonista, Aljaz Cosini, nell'attimo del suo annegamento rivive la propria storia e quella dei suoi antenati. Seguono Il suono della neve che cade e La vita sommersa di Gould, basato sulla storia d'amore tra l'artista William Buelow Gould e una giovane donna di colore. Nel 2003 Il libro ottiene il Commonwealth Writers' Prize. La donna sbagliata dà voce alle ansie dell'Occidente post 11 settembre, mentre Solo per desiderio verte sulle storie parallele dello scrittore Charles Dickens e dell'aborigena Mathinna. Con La strada stretta verso il profondo Nord, ambientato durante la seconda guerra mondiale presso i campi di prigionia giapponesi e la Burma Railway, vince il Man Booker Prize 2014.