Yu Hua: anime in sala d'attesa

Il paese delle disuguaglianze

Un uomo in ritardo per la sua cremazione: attraverso le tribolazioni del personaggio di Yang Fei, in Il settimo giorno (pubblicato da Feltrinelli nella traduzione di Silvia Pozzi) Yu Hua traccia un ritratto spietato della Cina di oggi: demolizioni forzate, corruzione, tangenti, feti buttati nel fiume come rifiuti. Dall’intervista realizzata in occasione di Festivaletteratura a Mantova: “La disuguaglianza in Cina sta aumentando sempre di più. Il nostro Paese non ha paura dei problemi, anzi ha paura che i problemi siano pochi, l'aumentare dei problemi confonde le acque”. Traduce Yu Hua Silvia Pozzi.

A parte la vita in sé, non riesco a trovare altre ragioni per le quali valga la pena continuare a vivere.

Yu Hua è nato nel 1960 a Hangzhou. In italiano sono usciti: Torture (Einaudi, 1997); L’eco della pioggia (Donzelli, 1998); Cronache di un venditore di sangue (Einaudi, 1999); Le cose del mondo sono fumo (Einaudi, 2004); Racconti d’amore e di morte (Hoepli, 2010) e, con Feltrinelli Brothers, in due volumi (2008, 2009); Vivere! (2009), con il quale ha vinto il premio Grinzane Cavour e da cui è tratto il film omonimo di Zhang Yimou del 1994; La Cina in dieci parole (2012) e Il settimo giorno (2017).