Andrea Zanzotto: cantori di campagna e cantori di città
Il mito di Rimbaud, l'isolamento
Andrea Zanzotto resta una figura appartata nel panorama letteraraio. Così lo racconta alle telecamere di Scrittori per un anno, parlando anche del suo amore per Rimbaud e del suo "fremito di estraneità". Rimbaud era un mito ma non poteva essere un compagno.
Io sono stato sempre un po' isolato. C'era l'abitudine di aggregare, eccessivamente, e io non ho mai voluto aderire a gruppi. Io mi sentivo cantore di campagna, mentre gli altri lo erano di città
Andrea Zanzotto nasce a Pieve di Soligo nel 1921. Partecipa alla Resistenza nella file di Giustizia e Libertà, occupandosi del settore stampa e propaganda. A guerra finita emigra in Svizzera e in Francia per un anno, rientrando alla fine del 1947 e ripartendo dalla scuola, dove aveva iniziato l'insegnamento poco prima della guerra. Per la sua produzione artistica, cominciata in giovane età, è decisiva la partecipazione, nel 1950, al premio San Babila. La giuria, composta dai più grandi poeti italiani dell'epoca (Ungaretti, Montale, Quasimodo, Sinisgalli e Sereni), gli attribuisce il primo premio per una serie di scritti poetici che saranno pubblicati un anno dopo con il titolo Dietro il paesaggio. L'esperienza partigiana e l'attaccamento al suo territorio ed al suo passato ne segnano l'opera, tornando attraverso i temi sociali, politici e ambientali.