John Freeman, Scrittori dal futuro
Freeman's: ventinove racconti da tutto il mondo
John Freeman presenta il quarto numero di Freeman’s, la rivista statunitense dedicata alla narrativa che arriva in traduzione in Italia per le edizioni Black Coffee. Freeman ha fatto una selezione di ventinove racconti di lunghezza varia e di stili diversi con il sottotitolo Scrittori dal futuro, basandosi su consigli di editor, critici, traduttori e autori da tutto il mondo. Con Freeman, di passaggio in Italia per lanciare la rivista, abbiamo parlato della scelta di pubblicare su carta, della sua esperienza come direttore di Granta in Inghilterra, dello stile come passaporto degli scrittori, del leggere come atto politico e infine del suo invito a tornare ad affrontare i libri come fanno i bambini, lasciandosi trasportare dalla potenza della letteratura.
John Freeman, critico letterario ed ex direttore di Granta, è autore di Come leggere uno scrittore, una raccolta di interviste ai più grandi nomi della letteratura, tra cui Paul Auster, Philip Roth, Don DeLillo, Ian McEwan, Joyce Carol Oates, Nadine Gordimer, Jonathan Safran Foer, Haruki Murakami, David Foster Wallace e Toni Morrison (Codice, 2017), e La tirannia dell’e-mail (Codice, 2010). Ha curato due antologie sull’ineguaglianza, una dedicata a New York e una agli Stati Uniti: Tales of Two Cities e Tales of Two Americas. Di recente ha esordito con la sua prima raccolta di poesie, Maps, di prossima pubblicazione per La nave di Teseo. Freeman ha pubblicato per il New Yorker, il New York Times, la Paris Review, e su quasi duecento giornali in tutto il mondo. È executive editor di Literary Hub. Insegna alla New School e alla New York University, e vive a New York.Leggere è un atto politico, una questione etica, lo è sempre stata, ma più che mai adesso che i governi sfoderano la violenza contro chi non rientra nella definizione più pura di cittadino e la democrazia liberale è minacciata proprio nel suo nucleo originario, l’Europa e gli Stati Uniti.