Giacomo Papi, Il censimento dei radical chic

Intellettuali nel mirino

Giovanni Prospero è un professore che ama i libri e la cultura. Spinto da un amico a partecipare a un dibattito televisivo (“oggi per noi la presenza è un dovere”), cita Spinoza  e indossa il maglione di cachemire che gli ha regalato la figlia Olivia che vive in Inghilterra. La citazione e l’abbigliamento sono la causa della sua morte: tornato a casa, viene ucciso a calci, pugni e sprangate (gli insulti in diretta e sul web non si contano, come ha osato esibire il suo sapere?). Quella raccontata da Giacomo Papi nel Censimento dei radical chic (Feltrinelli) è una distopia che si sta già realizzando sotto i nostri occhi: guai agli intellettuali. Il ministro dell’Interno (un omaccione sempre pronto a ridicolizzare i suoi avversari e incapace di fermarsi di fronte alla morte) decide di istituire un Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic: in teoria per proteggere una specie sotto attacco, in pratica per individuare meglio i bersagli da additare. D’altra parte gli stessi intellettuali, Clelia e sua cugina Anna, Cesare, Cosma, Susanna, Ugo con le loro insalate di quinoa, le polpette alla curcuma, il pinot nero, i discorsi auto compiaciuti non sono visti con  grande simpatia da Giacomo Papi che, se deve salvare qualcuno salva Olivia, la figlia del professore( che torna in Italia da Reading per il funerale di suo padre e trova un paese in cui non si riconosce minimamente) e salva la  madre dell’orrido ministro che non si capacita dell’involuzione del proprio pargolo che da ragazzino era molto studioso. Viene addirittura istituita un’Autorità Garante per la Semplificazione della Lingua italiana: ogni parola che la commissione, composta di gente presa a caso, non capisce va abolita dal dizionario (lo stesso narratore si autocorregge ogni volta che usa un termine d’uso meno corrente) e c’è un comizio in piazzale Loreto tenuto dal nuovo primo ministro che era un ex spogliarellista. C’è però anche chi organizza la resistenza…    

La cultura non è una cosa fumosa. La cultura sono le strade su cui camminiamo, le case dove abitiamo, le parole che ci girano in bocca e che qualche altro umano, decine di migliaia di anni fa, chissà perché, ha inventato. La cultura è una scommessa sul fatto che alla fine ci si possa capire. Per questo può dare fastidio.

Giacomo Papi è nato a Milano nel 1968. I suoi ultimi romanzi sono I fratelli Kristmas e La compagnia dell’acqua, pubblicati da Einaudi. Dirige la scuola di scrittura Belleville. Per Feltrinelli ha curato Il grande libro delle amache (2017) di Michele Serra. Sempre per Feltrinelli, Il censimento dei radical chic (2019).

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