Cinzia Leone, Ti rubo la vita

Destini incrociati tra Palestina, Europa, America

Comincia con uno spaventoso pogrom il romanzo di Cinzia Leone, Ti rubo la vita (Mondadori). Siamo a Giaffa nell’aprile del 1936 e una famiglia di ebrei viene sterminata all’interno della propria casa nel corso della prima rivolta araba. Il vicino turco, che aveva firmato un affare con il commerciante di cotone ebreo, entra a prendere le carte e si appropria dei passaporti e delle fotografie dei defunti: decide all’istante di assumere l’identità dell’uomo massacrato e di trasformare anche sua moglie e sua figlia in due ebree. Scappa a Istanbul, e da qui a Gerba. Miriam, che lo ha sposato per amore e gli è stata vicina nella bancarotta e durante la prigionia, è scandalizzata dal suo  cinismo e non ha nessuna intenzione di far finta di essere un’altra. Potrebbe denunciarlo o scappare; finisce per suicidarsi lasciando al finto Avrahàm mano libera per i suoi traffici. Lui diventa ricco e si trasferisce in Svizzera; la più grande delusione della sua vita è la fuga della figlia in Israele con un ragazzo ebreo che viene dall’Ungheria.  Protagonista della seconda parte del libro è Giuditta Cohen, una diciassettenne che a Roma nel 1943 insieme al fratello Tobia, cerca di nascondere la propria identità ebraica e assiste al crollo del fascismo; la terza parte è ambientata nel 1991 e vede la trentaseienne Esther, figlia di Giuditta, alle prese con uno strano pretendente, Ruben che vuole farle firmare un contratto matrimoniale prima ancora di averla conosciuta (scopriremo poi di chi è figlio e in che modo l’ultima storia si collega alla prima). Cinzia Leone tesse una trama complicata che si dipana con grande naturalezza sotto gli occhi del lettore; ricostruisce momenti salienti della Storia degli ebrei nel Novecento; mostra come la “razza” sia solo un’etichetta e come le donne, faticosamente, abbiano compiuto passi avanti nella strada dell’emancipazione. Molto avvincente.

Nessuno può cambiare il destino, ma Ibrahim poteva abbandonare il proprio e prendersi quello dell’ebreo. Era semplice. O almeno così gli parve in quell’alba che assomigliava così tanto a un tramonto. 

 Cinzia Leone giornalista, autrice di storie a fumetti, illustratrice, vignettista e art director, è stata nel gruppo fondatore del Male, La Nuova Ecologia e Il Riformista. Ha scritto e disegnato per il Corriere della Sera, Io Donna, Amica, il Sole 24Ore, L’Espresso, Repubblica, Smemoranda, Gambero Rosso, L’Osservatore Romano, Il Foglio. Ha pubblicato cinque libri di storie a fumetti, lavorando con Hugo Pratt, Guido Crepax e Lorenzo Mattotti.