Antonella Bolelli Ferrera: Malafollia
Sei racconti dal carcere
Sei racconti scritti in carcere da autori che si sono distinti nel corso delle nove edizioni del Premio Goliarda Sapienza: questo è Malafollia, Racconti dal carcere, curato da Antonella Bolelli Ferrera e pubblicato da Giulio Perrone. Michele Maggio, Patrizia Durantini, Stefano Lemma, Salvatore Torre, Sebastiano Primo e Edmond danno vita a narrazioni incentrate sul tema della follia, che nel carcere diventa una condizione esistenziale diffusa, e che continua ad affliggere anche chi dal carcere è uscito per la difficoltà a tornare nel mondo reale. Sospesi tra autobiografismo e invenzione, questi racconti parlano degli abissi della coscienza e della difficoltà a restare umani nel grande acquario rappresentato dalla prigione. Al Premio Goliarda Sapienza, giunto alla VIII edizione, Progetto Speciale Malafollia, promosso da InVerso Onlus e SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, è stata conferita la Medaglia del Presidente della Repubblica
Antonella Bolelli Ferrera, bolognese, vive a Roma da molti anni. Giornalista, scrittrice, conduttrice, autrice radiofonica e televisiva, per Radio Rai ha realizzato programmi culturali, radio drammi e sceneggiati. È ideatrice e curatrice del Premio Goliarda Sapienza. Ha dato vita ai Corti del Premio Goliarda Sapienza in collaborazione con Rai Fiction (Mala Vita, Fuori, La legge del numero uno, trasmessi da Rai 3), la web-serie La scuola della notte con i giovani dell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano (Rai 4). È autrice del documentario Vado Fuori girato negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Rai Storia). Ha pubblicato Il fiore e la spada (Baldini Castoldi e Dalai) e Borderlife con il criminologo Francesco Bruno, Inquiete (Rai Eri), Segreti d’Oriente (Sellerio). È curatrice della collana Racconti dal carcere. Ha fondato, insieme a Elio Pecora, inVerso Onlus Associazione per la diffusione della letteratura e della scrittura per le categorie socialmente svantaggiate.Ho conosciuto molti folli, molti erano nella mia fantasia, altri nel mio cuore, altri ancora in una gabbia; in carcere gli ho dato voce: voci confuse, caotiche, ribelli e forse un po’ troppo tragiromantiche, voci di una fantasia fin troppo reale; perché in verità sono pazzo e potenzialmente lo siamo tutti, aspettiamo soltanto che un dolore atroce spinga quel pulsante immaginario e accenda la sporca tragedia folle che il mondo inscena.