Marica Larocchi, Di rugiada e cristalli

Variazioni sul tema dell'angelo

S’intitola Di rugiada e cristalli la raccolta poetica di Marica Larocchi pubblicata da Book editore. Si tratta di trentanove variazioni sugli angeli in tutte le loro gerarchie, figure da intendere in una prospettiva laica, e ad indicare questa direzione il libro riporta in copertina L’angelo smemorato di Paul Klee: angeli come metafora di stati di coscienza che dovrebbero amplificare la conoscenza. Una raccolta in cui è centrale il tema del linguaggio, della ricerca di una comunicazione che si astragga dalla quotidianità, dalla comunicazione ordinaria, convenzionale. I due termini del titolo, la rugiada e i cristalli, fanno riferimento ad elementi che si contrappongono e si integrano: un qualcosa di leggero che cade sulla terra dall’alto, un qualcosa di pesante nascosto nelle profondità della terra. Dalla prefazione di Marco Vitale: “la straordinaria tessitura di questi poèmes en prose fa pensare ad orditi di antica lavorazione, in cui lo scandalo della rivoluzione prospettica non era ancora intervenuto ad alterare la dispositio delle figure sulla superficie, le loro libere, talvolta ludiche giustapposizioni, la prossimità degli uomini e degli angeli, delle bestie favolose nel sogno della Natura.”

Meglio, molto meglio, abdicare alla matrice di questi suoni ingrati, spanderne il germe sulle corsie di un congedo vile perché scivoli via, viscido d’ira, sfuggito a quelle doglie che l’accolsero dentro la cocca di un desiderio puro: mera voluttà se persino il rimorso scova radure più sobrie durante le bufere.
 
Che te fai, cuore, di altri e più gravi stordimenti? Ti bastino l’aritmia domestica, l’extrasistole d’occasione, l’agguato e i morsi, l’ingiuria quotidiana per la scelta di una sillaba forse rigeneratrice, la sola che anestetizzi i crampi della gravità in corso.

 
Marica Larocchi è nata a Muggiò (Milano) da madre slovena, vive e lavora a Monza. Ha pubblicato diverse raccolte poetiche tra cui: Iris (1977), Lingua dolente (1980), Fato (1987), L’oro e il cobalto (2011), Le api di Aristeo (2006), Solstizio in cortile (2009), La cometa e l’ibisco (2013); e opere in prosa tra le quali Trieste (1993), Il suono del senso (2000), La mangiatrice di voci (2002), Rimbaud, un racconto (2005), Luogo e formula (2009). Ha tradotto Arthur Rimbaud (1992, 2004), i poeti Parnassiani (1996), Baudelaire (2012, 2013), R. Radiguet (2005), P.J. Jouve (2006), e l’opera omnia di Jean Flaminien (2001-2012).