Ali Smith, Voci fuori campo

Un'estranea tra noi

Torna in libreria per Sur, nella traduzione di Federica Aceto, Voci fuori campo della scrittrice scozzese Ali Smith, uscito per la prima volta in Inghilterra nel 2005. Il tema, molto classico, è quello di un gruppo familiare sconvolto dall’arrivo di un estraneo, ma lo svolgimento è ricco di originalità, anche grazie alla pluralità di stili messa in campo dall’autrice. Gli Smart hanno affittato una villetta nel Norfolk e ne sono tutti molto delusi: alla dodicenne Astrid fa schifo tutto quello che vede e usa la sua telecamera come una barriera verso l'esterno; suo fratello Magnus soffre per il suicidio di una compagna di scuola irrisa sui social media; la madre Eve, scrittrice, è in piena crisi creativa; il patrigno Michael è più concentrato nel sedurre le studentesse che nel preparare le sue lezioni di letteratura. Ambra si fa trovare in casa loro e ognuno pensa che sia stato qualcun altro ad invitarlo. Ha circa trent’anni, un’aria fascinosa e trascurata insieme, dice la verità con tanta spudoratezza che nessuno le crede: dopo il suo arrivo nessuno degli Smart sarà più lo stesso.

L’idea dell’estraneo viene dal mito e dalla Bibbia: una persona che bussa alla porta, un estraneo che chiede un bicchier d’acqua, qualcosa da mangiare, una persona che arriva in un ambiente chiuso in cui tutti si conoscono o pensano di conoscersi tra loro. In questo libro mi sono rifatta soprattutto al film di Pasolini, Teorema, che per me è uno degli esempi perfetti di come si possa raccontare l’arrivo dell’estraneo, del catalizzatore, qualcuno che viene da qualche altra parte, che ci consente di diventare qualcun altro e questo qualcun altro che diventiamo quando incontriamo questa presenza destabilizzante ci rivela cosa che vuol dire essere umani.

Ali Smith è nata il 24 agosto 1962 a Inverness. Ha scritto cinque raccolte di racconti e sei romanzi, fra cui Hotel World e Voci fuori campo, usciti rispettivamente per minimum fax e Feltrinelli, di prossima ripubblicazione presso BIG SUR. Due volte finalista al Booker Prize.