Giulio Cavalli, Carnaio

Giulio Cavalli, Carnaio

L'isola dei cadaveri

Giulio Cavalli, Carnaio
Un’isola sommersa da cadaveri: è questa l’immagine al centro del romanzo di Giulio Cavalli, Carnaio, edito da Fandango. I corpi che arrivano a DF sono tutti di giovani africani alti e muscolosi; all’inizio il commissario pensa a un naufragio, minimizza, ma una serie di onde lo smentisce: i morti non finiscono mai. Prima viene alzata una barriera protettiva, poi, e qui il romanzo accentua la sua impronta distopica, si procede allo sfruttamento della calamità: l’isola si stacca dal Paese a cui appartiene, e in piena autonomia cambia le regole della società: la carne umana si mangia, la pelle umana si concia, e quello che resta serve come combustibile. Chi si oppone, chi critica, chi prova a fuggire viene fatto fuori. Metafora dell’egoismo imperante e monito riguardo alle conseguenze cui ci potrebbe portare la distinzione tra noi e “gli altri”.

DF dall'alto era una mappa monocolore di carne ambrata puntinata di tetti e dal campanile, un piatto di carne cruda condito con i pezzi che la fiumana si era trascinata con sé, un tappeto di morti che non lasciava intravedere un ciotolo o una pezza di asfalto o una macchia d'erba, qualcuno delle case al pian terreno si ritrovò nel salotto un rivolo di morti dalle finestre lasciate aperte per asciugare i pavimenti, molti ebbero mani e piedi vomitati dalle fogne che spuntavano nei cessi, alcuni si trovarono i pozzi asciugati dai corpi, altri dovettero abbandonare la propria auto sommersa nei piani inferiori dei parcheggi comunali, gli alunni nelle scuole come gli impiegati negli uffici salirono nelle mansarde e sulle scrivanie per togliere i piedi dalla melma umana


Giulio Cavalli nasce a Milano nel 1977. Scrittore e autore teatrale, cllabora con varie testate giornalistiche e ha pubblicato diversi libri d’inchiesta, tra cui: Nomi, cognomi e infami (2010) e L’innocenza di Giulio (2012). È stato membro dell’Osservatorio sulla legalità e consigliere regionale in Lombardia.