Umberto Cutolo, Capitoni coraggiosi
I delitti della Costiera, 3
Ambientato durante le vacanze natalizie, sempre all’Hotel Furore sulla costiera amalfitana, il terzo volume dei Delitti della Costiera di Umberto Cutolo s’intitola Capitoni coraggiosi (Clichy). Ad apertura di romanzo il cuoco, protagonista e io narrante, Omero Sgueglia si trova a fronteggiare due emergenze: la prima di carattere culinario, un capitone che si sottrae al coltello e ritrova la via del mare, e una ben più drammatica, il ritrovamento in acqua di un cadavere senza testa. Grazie all’intervento dei carabinieri, il Capitano Branchini e il maresciallo Di Salvo, si scopre che l’ucciso è Albertino Migliaccio, figlio di Alfonso Migliaccio, un docente di diritto amministrativo, cliente abituale dell’hotel. Nei giorni successivi al ritrovamento Omero dovrà tentare di conservare la clientela che era venuta a trascorrere il natale da lui, anche attratta dal buon cibo, e insieme dare una mano per risolvere il caso. Chi era davvero Albertino? Il ragazzo buono ma viziato secondo la versione del padre? Un mascalzone come lo vedeva la badante della nonna? Il serio studente che si era rivelato agli occhi dell’investigatore privato messogli alle calcagna dal padre? L’amico affidabile? Una volta sciolto questo nodo, Omero riuscirà a trovare il bandolo della matassa. Non senza aver condotto i suoi clienti in una fatale gita a Ravello.
Umberto Cutolo è nato a Roma nel 1946. Giornalista, ha diretto l’Adn Kronos, l’ufficio stampa dei ministeri del Mezzogiorno e dei Trasporti e i mensili dell’ACI. L’Automobile e HP Trasporti. Ha pubblicato alcuni racconti umoristici, una biografia autorizzata, Eleuterio Arcese, il romanzo di una vita, il successo di un’impresa (Giordano Editore), e un saggio storico-politico, Quando nacque l’Italia dei trasporti (Marsilio Editori, Premio Trasporti e Cultura 2018). Nel 2016 con Clichy ha pubblicato Omicidi all’acqua pazza, seguito nel 2017 da La scapece assassina.Non vi dovete stupire se un cuoco vi parla di delitti, in fondo un’indagine è un po’ come la preparazione di un piatto: all’inizio è come trovarsi in un mercato tra decine e decine di prodotti, ma se non si sa quali ingredienti scegliere, spesso si finisce per lasciarsi attirare da un colore più forte o da un profumo più intenso. È come se per preparare le tagliatelle con i funghi scegliessimo il tipo più colorato, l’Amanita Muscaria – quella di Biancaneve, con l’ombrello rosso punteggiato di bianco – che è anche uno dei più velenosi.