Valeria Luiselli, Archivio dei bambini perduti

Raccontare l'ingiustizia ai figli

È un romanzo on the road L’archivio dei bambini perduti di Valeria Luiselli, tradotto dall’inglese da Tommaso Pincio per La Nuova Frontiera: un padre, una madre, il figlio di lui, la figlia di lei si mettono in macchina da New York all’Arizona. L’uomo vuole fare un documentario sonoro sugli Apache; la donna raccogliere informazioni sui minori non accompagnati che nel 2014 vengono respinti nei loro paesi d’origine nonostante le guerre e le persecuzioni dilaganti; i due ragazzini assorbono le preoccupazioni dei grandi e sentono anche il crescente dissidio tra loro. A un certo punto l’undicenne decide di fuggire insieme alla sorellina di cinque anni; diventando anche loro profughi occuperanno il centro di una scena da cui si sentivano esclusi. Un libro importante che affronta in chiave personale il dramma dei bambini che l’America si rifiuta di accogliere, ponendo il problema di come affrontiamo i soprusi e di come li raccontiamo ai nostri figli.  

Le storie non aggiustano nulla e non salvano nessuno ma forse rendono il mondo più complesso e tollerabile. E a volte, soltanto a volte, più bello. Le storie sono un modo di sottrarre futuro al passato, il solo modo di fare chiarezza col senno di poi.

Valeria Luiselli (Città del Messico, 1983) è autrice di due romanzi, Volti nella folla e La storia dei miei denti e dei saggi Carte False e Dimmi come va a finire, tutti pubblicati da La Nuova Frontiera. Collabora abitualmente con numerosi giornali e riviste di lingua spagnola e inglese tra cui The New York Times, The New Yorker, Granta, The Guardian, El País e McSweeney’s. Le sue opere, tradotte in più di venti lingue, hanno vinto importanti riconoscimenti internazionali come il Los Angeles Times Book Prize e l’American Book Award. Attualmente vive a New York.