Daisy Johnson, Nel profondo

Il mito di Edipo oggi

L’io narrante del romanzo Nel profondo di Daisy Johnson tradotto da Stefano Tummolini per Fazi è Gretel, una lessicografa abbandonata dalla madre a sedici anni. Gretel non ha mai smesso di cercare Sarah con cui viveva su una chiatta sul fiume nei dintorni di Oxford; quando finalmente la trova, la donna è affetta da demenza senile e non ha che pochi momenti di lucidità. Altro protagonista del libro è Marcus, che da bambino era Margot e ha subito lo stesso destino di Gretel solo quando era molto piccolo: a lui Johnson attribuisce lo spaventoso fato di essere un novello Edipo. Un libro cupissimo e animato da una forte tensione anche linguistica che parla di perdita e di legami ancestrali. Il tutto con una lingua capace di scavare negli abissi della coscienza.

La vita è così. A volte va in una direzione ma solo per un secondo e poi ricomincia a girare e a girare, ruotando su stessa così in fretta che non puoi capire quello che succede. Solo che ogni tanto intravedi qualcosa e mentre te ne stai lì seduto, capisci cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente, cioè in che modo sarebbero potuto andare.
 

 
Daisy Johnson è nata nel 1990, ha pubblicato la raccolta di racconti Fen nel 2016, grazie alla quale ha vinto l’Harper’s Bazaar Short Story Prize, l’A.M. Heath Prize e l’Edge Hill Short Story Prize. Attualmente vive a Oxford. Con Nel profondo, il suo esordio, all’età di ventisette anni è stata la più giovane scrittrice a entrare nella shortlist del Man Booker Prize.