Lorena Spampinato, Il silenzio dell'acciuga

La negazione del corpo

Ambientato in Sicilia a metà degli anni sessanta, Il silenzio dell’acciuga di Lorena Spampinato (Nutrimenti) racconta di due fratelli gemelli, Tresa e Gero, che a dieci anni vengono lasciati con la zia Rosa dal padre in partenza per la Francia. La narratrice è Tresa, una bambina timida costretta da piccola a vestirsi da maschio per assomigliare al fratello, per confondersi con lui. La convivenza con Rosa va a periodi: comincia bene ma subisce crisi cicliche in cui i due nipoti non capiscono più se la loro presenza è benaccetta o se sono di peso per la donna. Tresa ha problemi con il fratello, che si sente in dovere di ripercorrere le orme paterne e contrastare il desiderio di Rosa di far emergere la sua femminilità. Presa in giro a scuola e soprannominata acciuga, la ragazzina fa amicizia con Sasà, un compagno di classe che diventa suo confidente; poi c’è la scoperta della campagna e soprattutto l’incontro con Giuseppe, un ventenne che lavora nell’agrumeto di Rosa. Quando Rosa si mette a letto e smette di alzarsi, la casa si riempie di donne e i due ragazzi vivono un grande smarrimento che si conclude con un colpo di scena. Nel Silenzio dell’acciuga Spampinato segue l’accidentata maturazione di una bambina che cresce senza madre in un ambiente chiuso e maschilista; mentre nel mondo esplode il '68 nel piccolo paese siciliano perdura l'oppressione nei confronti delle donne.   

Sentivo che era accaduto qualcosa, ma non sapevo bene cosa. Possibile che nessuno ci avesse visti? Che l’aria intorno a noi si fosse come intorbidita isolandoci dal resto? Mi sentivo felice, eppure mi esplose dentro una forza rabbiosa. Mi vennero mille dubbi, mi rimproverai per com’erano andate le cose, per non aver mosso un dito, per essere stata zitta e aver solo sorriso. Forse per quello s’era allontanato, forse l’avevo deluso. Ma davvero non avevo idea di cosa accadesse tra gli uomini quando un sentimento tanto forte pareva irrompere dal nulla. Davvero non avevo esperienza – neanche visiva – dei modi di dare e ricevere affetto.


Lorena Spampinato nasce a Catania nel 1990. A diciotto anni esordisce con il romanzo La prima volta che ti ho rivisto (Fanucci Editore, 2008) e si trasferisce a Roma, dove continua a scrivere tra impegni universitari e collaborazioni giornalistiche. Adesso lavora come editor e ufficio stampa. Con Fanucci Editore ha pubblicato anche Quell’attimo chiamato felicità (2009) e L’altro lato dei sogni (2011).
 

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