Alfonso Celotto, È nato prima l'uomo o la carta bollata?
Storie incredibili (ma vere) di una Repubblica fondata sulla burocrazia
Viviamo nella burocrazia. Viviamo per la burocrazia. Vivere è diventato un esercizio burocratico, un continuo inseguimento al modulo, al comma, alla deroga, alla autorizzazione. Un sistema in cui in fondo nessuno di noi vive del tutto legalmente. La nostra burocrazia è puntualmente diventata una pedantocrazia, che ingloba, complica e procedimentalizza ogni attività umana. Un sistema con troppe regole, troppi enti, troppe carte. Procedimenti troppo lunghi, che non guardano al risultato. Un linguaggio oscuro e autoreferenziale. Una enorme gabbia in cui è praticamente impossibile vivere legalmente. Perché esistono troppi adempimenti. La burocrazia avrebbe dovuto garantire imparzialità, efficienza e applicazione delle leggi uguale per tutti. Invece è diventata una delle maggiori cause di stress, sfiducia e malessere dei cittadini.
Alfonso Celotto è avvocato e professore di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Roma 3. Dal 2017 cura la rubrica “Carte bollate” a Unomattina. È stato capo ufficio legislativo e capo di gabinetto di diversi ministri e ha lavorato presso varie istituzioni, tra le quali la Banca d’Italia, il Ministero delle Politiche europee, della Semplificazione normativa, dello Sviluppo economico, della Salute, dell’Economia e delle finanze, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Ospedale israelitico e l’ARAN. Ha pubblicato il romanzo Il dottor Ciro Amendola, direttore della Gazzetta Ufficiale (Mondadori, 2014) e vari saggi tra cui L’età dei non diritti (Giubilei Regnani, 2017) e La Corte costituzionale (Il Mulino, 2018).