Alfonso Celotto, È nato prima l'uomo o la carta bollata?

Storie incredibili (ma vere) di una Repubblica fondata sulla burocrazia

Quand’è che in Italia la burocrazia da garanzia di legalità è diventata uno dei più grossi ostacoli al funzionamento della democrazia? E perché, nonostante tutti i tentativi di semplificazione, da noi è difficile ricevere la pensione appena smesso di lavorare, aprire un bar, contestare una multa? A cosa servono duecentomila leggi e diecimila enti? Perché il burocratese si presenta come una lingua a sé, costruita appositamente per prendere le distanze dal cittadino e impedirgli di capire di che si tratta? Esiste una via d’uscita? Il libro di Alfonso Celotto, È nato prima l’uomo o la carta bollata, Storie incredibili (ma vere) di una Repubblica fondata sulla burocrazia, pubblicato da Rai Eri, oltre ad analizzare nel dettaglio la situazione presente, ha il pregio di affrontare la questione in chiave storica. Ci fa scoprire che quando i letterati danno una mano ai politici escono fuori documenti di chiarezza esemplare come la Costituzione italiana e che non siamo condannati a morire di burocrazia.

Viviamo nella burocrazia. Viviamo per la burocrazia. Vivere è diventato un esercizio burocratico, un continuo inseguimento al modulo, al comma, alla deroga, alla autorizzazione. Un sistema in cui in fondo nessuno di noi vive del tutto legalmente. La nostra burocrazia è puntualmente diventata una pedantocrazia, che ingloba, complica e procedimentalizza ogni attività umana. Un sistema con troppe regole, troppi enti, troppe carte. Procedimenti troppo lunghi, che non guardano al risultato. Un linguaggio oscuro e autoreferenziale. Una enorme gabbia in cui è praticamente impossibile vivere legalmente. Perché esistono troppi adempimenti. La burocrazia avrebbe dovuto garantire imparzialità, efficienza e applicazione delle leggi uguale per tutti. Invece è diventata una delle maggiori cause di stress, sfiducia e malessere dei cittadini.


Alfonso Celotto è avvocato e professore di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza all’Università di Roma 3. Dal 2017 cura la rubrica “Carte bollate” a Unomattina. È stato capo ufficio legislativo e capo di gabinetto di diversi ministri e ha lavorato presso varie istituzioni, tra le quali la Banca d’Italia, il Ministero delle Politiche europee, della Semplificazione normativa, dello Sviluppo economico, della Salute, dell’Economia e delle finanze, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Ospedale israelitico e l’ARAN. Ha pubblicato il romanzo Il dottor Ciro Amendola, direttore della Gazzetta Ufficiale (Mondadori, 2014) e vari saggi tra cui L’età dei non diritti (Giubilei Regnani, 2017) e La Corte costituzionale (Il Mulino, 2018).