Massimiliano Felli, Vite apocrife di Francesco d'Assisi

Una biografia paradossale

In Vite apocrife di Francesco d’Assisi (Fazi) Massimiliano Felli immagina che Deodato, un giovane amanuense che lavora per Bonaventura da Bagnoregio, venga incaricato di cercare frate Leone, l’ultimo dei seguaci di Francesco ancora in vita. L’Ordine è preoccupato per quello che Leone va dicendo; a Deodato interessa capire chi era davvero il santo e, a tal scopo, invece di bruciare le versioni scartate da Bonaventura nel corso della compilazione della sua Legenda si dedica a studiare questi documenti. Il romanzo alterna le peripezie di Deodato ad Assisi e dintorni a racconti che restituiscono un Francesco molto più sanguigno e realistico di quello edulcorato che è arrivato fino a noi. Il tutto con una lingua molto elaborata che colora di antico la narrazione dell’eterno conflitto tra rivoluzione e conservazione all'interno della Chiesa.

Che succederebbe se tutti quanti gli uomini, come tu dici, s’unissero nell’imitazione perfetta di Francesco, di Cristo? La società sarebbe scardinata. Tutti mendicanti! Tutti in contemplazione! Finirebbe il Male? Finirebbe tutto, semplicemente. Sorgerebbe una nuova Babele, sarebbe la fame, il caos!, e di questo mondo fuor di sesto, alla fine, se ne impadronirebbe il Diavolo. Lasciamo che il messaggio di Francesco renda migliore l’umanità, ma intendi pure, in somma, che non tutto ciò che è vero deve essere detto. 


Massimiliano Felli è nato a Roma nel 1984. Dopo la laurea al DAMS e in Lettere, ha insegnato materie umanistiche nei licei e ha intrapreso il dottorato in Antichità classiche. Attualmente lavora in Banca d’Italia.