Vanni Santoni, La scrittura non si insegna
Leggere tanto, leggere bene
Sin dal titolo, La scrittura non si insegna, il libro di Vanni Santoni pubblicato da Minimum fax, sceglie la via dalla provocazione: c’è molto da imparare sullo scrivere, ma invece che soffermarsi sulle tecniche narrative o poetiche, in primo luogo bisogna adottare “la mentalità dello scrittore”. Tutti sappiamo che scrivere s’impara leggendo e scrivendo. Ma leggendo cosa e scrivendo come? Santoni propone varie liste di letture “capaci di aprire i polmoni”: libri molto impegnativi, soprattutto di autori contemporanei, e sfida l’aspirante scrittore: “se non hai voglia di leggere trenta libri stupendi, trovati un’altra ambizione”. Una volta letto, bisogna mettersi a scrivere in maniera metodica e continuativa: siamo al capitolo disciplina, che è il secondo pilastro del futuro scrittore secondo Santoni. L’ultima sezione di questo manuale è dedicato agli errori più frequenti fatti dagli autori alle prime armi: cadere nei cliché, scrivere cose noiose, impantanarsi in revisioni troppo ravvicinate o troppo tardive. Il consiglio dei consigli è quello di legarsi ad altri: partecipando a una rivista letteraria, creandone una; qualunque cosa tranne chiudersi nella propria stanza in attesa di partorire un capolavoro.
Vanni Santoni è nato a Montevarchi il 30 settembre 1978. Dopo l’esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza 2011), la trilogia di Terra ignota (Mondadori 2013-2017), Muro di casse (Laterza 2015), La stanza profonda (Laterza 2017, candidato al Premio Strega), I fratelli Michelangelo (Mondadori 2019). Per minimum fax ha coordinato il romanzo collettivo In territorio nemico (2013) e pubblicato il racconto Emma & Cleo nell'antologia L'età della febbre (2015). Dirige la narrativa di Tunué e scrive sul Corriere della Sera.
Ogni romanzo, ogni racconto, ogni testo di prosa o poesia necessita dell’esclusiva lingua, forma e struttura di cui ha bisogno: e quindi insegnare a comporre un incipit o «delineare un personaggio» non sarà utile. Magari non dannoso, ma di certo non utile. Ciò non significa che un corso – o un manuale – di scrittura non possa avere una sua utilità: ma, per usare una metafora alimentare, è una sorta di integratore, perché a scrivere si impara solo leggendo e scrivendo.
Vanni Santoni è nato a Montevarchi il 30 settembre 1978. Dopo l’esordio con Personaggi precari ha pubblicato, tra gli altri, Gli interessi in comune (Feltrinelli 2008), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza 2011), la trilogia di Terra ignota (Mondadori 2013-2017), Muro di casse (Laterza 2015), La stanza profonda (Laterza 2017, candidato al Premio Strega), I fratelli Michelangelo (Mondadori 2019). Per minimum fax ha coordinato il romanzo collettivo In territorio nemico (2013) e pubblicato il racconto Emma & Cleo nell'antologia L'età della febbre (2015). Dirige la narrativa di Tunué e scrive sul Corriere della Sera.