Emanuele Trevi, Due vite

Vincitore del premio Strega 2021

Il totale dei voti espressi dalla giuria del Premio Strega 2021, 589 (pari a circa l’89% degli aventi diritto), ha portato alla vittoria il romanzo di Emanuele Trevi, Due vite (Neri Pozza), con 187 voti. Seguono Donatella Di Pietrantonio, Borgo Sud (Einaudi) 135 voti; Edith Bruck, Il pane perduto (La Nave di Teseo), 123 voti; Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani), 78 voti; Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli), 66 voti.

Cosa resta delle persone a cui abbiamo voluto bene, che ci hanno accompagnato negli anni della nostra giovinezza? Il titolo del nuovo libro di Emanuele Trevi, Due vite (Neri Pozza), allude ai due ritratti qui delineati, quello di Rocco Carbone e quello di Pia Pera, e insieme alle due vite che sono concesse alla maggior parte degli umani: la prima in presenza e l’altra, se c’è qualcuno che si ricorda di noi, nella memoria altrui. Amicizie strette quelle tra Emanuele Rocco e Pia e come tutte le amicizie strette, fatte di momenti esaltanti di condivisione (loro tre a Parigi davanti al quadro di Courbet, "L’origine del mondo") e di momenti di scontro (a nessuno scrittore piace sentirsi dare un giudizio non gratificante su un suo libro e quando un amico sceglie la via della sincerità questo può creare fratture nel rapporto). La vita di Rocco Carbone si è interrotta bruscamente per un incidente in motorino e curare il suo libro postumo per Trevi è stato un modo per riallacciare il dialogo interrotto con lui, per allontanare il rimpianto di non essere stato capace di stargli vicino come lui avrebbe voluto; Pia Pera è stata affetta da Sla prima di morire ed è riuscita con la sua doppia attività di traduttrice e creatrice di un bellissimo giardino a trovare la sua dimensione ideale. Una riflessione sui temi dell’amicizia, della giovinezza, della morte e del ricordo che si muove, come sempre in questo autore, tra letteratura e vita vissuta.

Da pochi mesi ho compiuto l’età esatta in cui Pia si è ammalata, cominciando a perdere progressivamente, inesorabilmente, giorno dopo giorno, l’uso del suo corpo. Gli anni di Rocco, invece, ormai li ho superati abbondantemente. I nostri amici sono anche questo, rappresentazioni delle epoche della vita che attraversiamo come navigando in un arcipelago dove arriviamo a doppiare promontori che ci sembravano lontanissimi, rimanendo sempre più soli, non riuscendo a intuire nulla dello scoglio dove toccherà a noi, una buona volta, andare a sbattere.

Emanuele Trevi è nato a Roma nel 1964. Collabora al Corriere della Sera e al manifesto. Tra le sue opere: I cani del nulla (Einaudi, 2003), Senza verso. Un’estate a Roma (Laterza, 2004), Il libro della gioia perpetua (Rizzoli, 2010), Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie, 2012), Il popolo di legno (Einaudi, 2015) e Sogni e favole (Ponte alle Grazie, 2019).