Marta Zura-Puntaroni, Noi non abbiamo colpa

Tornando a casa

“Appiccicoso e confortevole” così appare a Marta, la protagonista di Noi non abbiamo colpa di Marta Zura-Puntaroni (minimum fax) il suo paese nelle Marche. Lei si è trasferita piena di ambizioni in città, fa un lavoro al computer che le consente di passare lunghi periodi dai suoi e ora è tornata perché la malefica nonna sta male e nessuna badante sembra capace di resisterle accanto. La madre di Marta, che fa la dentista, pur apprezzando l’aiuto della figlia, teme che venga ingoiata dal paese e va continuamente rassicurata su una sua prossima partenza. C’è il piacere di ritrovare le amiche e i luoghi di sempre, c’è il riaffiorare dei ricordi legati ai luoghi e alle persone, c’è l’onda lunga del terremoto che ha lesionato le case e impaurito gli abitanti e c’è, molto forte, l’inquietudine al pensiero della propria vecchiaia. Un’immersione in un luogo dell’anima che è anche un bilancio dolceamaro dei trent’anni vissuti e una riflessione sui limiti della propria generazione. 

Le malattie incurabili mi spaventano molto, e le malattie non più incurabili mi spaventano molto. Ho sentito dire che la mia sarà una delle ultime generazioni a sperimentare la morte: altri duecento, trecento anni al massimo e la gente diventerà immortale, senza più preoccupazioni se non il mantenersi sane ed effettuare, piccole navi di Teseo, regolari ricambi di organi e tessuti corporei per non decadere mai. Ho ascoltato questo discorso a un aperitivo in città, era uno di quei discorsi oziosi che fanno i mezzi filosofi per cercare di scopare quelle come me. Spaventoso, dissi con tono particolarmente acido, perché quando ho paura sembro solo stronza.  

Marta Zura-Puntaroni è nata nelle Marche. Il suo primo libro è Grande era onirica, uscito da minimum fax nel 2017. Ha trent’anni vive e lavora a Siena.