Tony Laudadio, Il blu delle rose

Un mondo senza cattivi

Come sarebbe un mondo senza cattiveria, in cui gli esseri umani potenzialmente aggressivi venissero individuati attraverso uno screening prenatale ed eliminati con l’aborto? Nel Il blu delle rose, pubblicato da NN editore, Tony Laudadio ambienta la sua narrazione in un futuro prossimo e sceglie come protagonista, Elisabetta Russo, una brillante ricercatrice cinquantenne che ha partecipato venticinque anni prima agli studi sul famigerato gene C. Ad apertura di romanzo, Elisabetta partecipa a un convegno e viene ferita da una donna che contesta il sistema basato su logiche di sterminio. Rivedere un professore con cui aveva collaborato tanti anni prima, terribilmente provato dal tentativo di creare individui geneticamente modificati, e incontrare un giovane immigrato nero per cui prova una grande attrazione cambiano il modo in cui Elisabetta guarda al proprio lavoro e alla propria vita. Laudadio mette in scena un mondo ipertecnologico e fin troppo realistico in cui la natura schiacciata dall’uomo si vendica attraverso alluvioni, virus e altre calamità, induce il lettore a interrogarsi sul male e sul desiderio di estirparlo dal mondo, e costruisce una trama avvincente fino all'ultima riga.

E se insieme a tutti i criminali stessimo uccidendo anche le menti migliori di questa generazione, gli artisti, gli scienziati? Sono sicuro che Caravaggio avesse il gene C e forse anche Mozart, probabilmente Schumann, di sicuro Gesualdo da Venosa, Einstein non credo, ma Oppenheimer è probabile… e ti dico solo i primi che mi vengono in mente…


Tony Laudadio formatosi alla Bottega di Gassman, è attore di teatro e di cinema (Risi, Moretti, Sorrentino) ed è autore di testi teatrali e di opere letterarie. Ha scritto Esco (2012) e Come un chiodo nel muro (2013) per Bompiani; L’uomo che non riusciva a morire (2015) e Preludio a un bacio (2018) per NNE.
 

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