Incontro con Mario  Vargas Llosa

Taobuk 2020: con Juan Cruz e Franco Di Mare

Ospite d'onore del festival letterario internazionale Taobuk, diretto da Antonella Ferrara, Mario Vargas Llosa ha affrontato il tema della libertà e dell'impegno civile degli scrittori in compagnia di Juan Cruz, giornalista e cofondatore del Pais, e di Franco Di Mare, direttore di Raitre, che ha moderato l'incontro. Vargas Llosa è partito dalla descrizione della peste in Boccaccio che ha ispirato il suo saggio Tempi duri, in uscita in italiano da Einaudi. Si è parlato poi del suo libro Guerra della fine del mondo che risale a quarant'anni fa ed è ancora attuale nel racconto della resistenza di una piccola comunità brasiliana contro il potere centrale. Juan Cruz ha sottolineato come Vargas Llosa sia sempre stato uno scrittore impegnato, attento ai problemi del suo paese. Mario Vargas Llosa:

sono convinto che la letteratura sia uno strumento meraviglioso per denunciare coloro che sono causa di pregiudizi e ci danneggiano. Basta vedere cosa succede in letteratura sotto le dittature: quando sparisce la democrazia la letteratura si trasforma in un'arma da combattimento. La letteratura ha un ruolo importante quando la libertà sparisce; ciò giustifica la concezione sartriana della letteratura come un'arma di combattimento.




Mario  Vargas Llosa nasce ad Arequipa, in Perù, il 28 marzo 1936 in una facoltosa famiglia borghese. Compie studi universitari umanistici in diritto e letteratura, e comincia l'attività letteraria nel 1957 mentre lavora come giornalista. Raggiunge la notorietà con i romanzi realistici La città e i cani (1963; trad. it. 1967) e La casa verde (1966; trad. it. 1970), mentre i suoi romanzi successivi sono caratterizzati da registri narrativi meno crudi e da varietà di temi (Pantaleón e le visitatrici, 1973, trad. it. 1975; La zia Julia e lo scribacchino, 1977, trad. it. 1979; Il paradiso è altrove, 2003, trad. it. 2003). Nel 2010 gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura “per la sua cartografia delle strutture del potere e per le acute immagini della resistenza, rivolta e sconfitta dell’individuo”.