Nicolai Lilin, Putin. L'ultimo zar

L'irresistibile ascesa di un ragazzo di strada

La controversa storia di Vladimir Putin è al centro del libro di Nicolai Lilin, Putin, L’ultimo zar, pubblicato da Piemme. Lilin considera un elemento fondamentale nella biografia di Putin l’infanzia in strada. Nato il 7 ottobre 1952 da un padre fabbro e una madre casalinga, il giovane Putin si forma per le vie di Leningrado dove impara a restituire i pugni che riceve. Il lavoro di spia per il KGB, sempre evocato quando si nomina il presidente russo, secondo Lilin fu importante, ma non determinante per l’ascesa politica dell’uomo. Il talento maggiore di quest'uomo politico consiste nella sua capacità di adeguare la sua comunicazione a ogni possibile scenario. Se è riuscito a garantirsi negli anni un’immensa popolarità, l’appoggio dell’esercito, degli oligarchi e della chiesa ortodossa, non ha fatto nulla per migliorare le condizioni della povera gente e sotto il suo dominio la corruzione ha dilagato. Un ritratto con poche luci e molte ombre scritto da chi sotto Putin è cresciuto ed è diventato adulto.

Non si può incolpare Putin per non aver cambiato il sistema; sarebbe come pretendere che una persona cambi lo sgabello sul quale sta in piedi, con le mani legate e la corda al collo. Putin, per quanto autoritario e forte possa apparire, è pur sempre legato a un certo tipo di economia che non potrà mai rivoluzionare, perché ciò mettere in difficoltà lui e il potere che rappresenta.

Nicolai Lilin nasce nel 1980 a Bender, in Transnistria (oggi Repubblica Moldava, ma all'epoca facente parte dell'Unione Sovietica). Lilin è il suo pseudonimo, scelto in omaggio alla madre, Lilia. Il suo vero nome, così come riportato all'anagrafe italiana, è Nicolai Verjbitkii. Nel 2003, avendo studiato per tanti anni i tatuaggi della tradizione criminale siberiana e imparato le tecniche e i codici complessi che li regolano, si è trasferito in provincia di Cuneo, dove ha fatto il tatuatore. Dal 2010 vive e lavora a Milano. Con Einaudi ha pubblicato: Educazione siberiana (2009), Caduta libera del 2010, Il respiro del buio e Storie sulla pelle, entrambi usciti nel 2012, Il serpente di Dio (2014), Spy story love story (2016) e Il marchio ribelle (2018). Del 2015 è anche il libro fotografico Un tappeto di boschi selvaggi. Il mondo in un cuore siberiano, pubblicato da Rizzoli. Nel 2013, Gabriele Salvatores ha tratto un film dal romanzo Educazione siberiana, prodotto da Cattleya con Rai Cinema e interpretato da John Malkovich.