Dacia Maraini: l'esclusione delle donne dal verbo del potere

Dal programma L'altro '900

La scrittrice Dacia Maraini racconta la storia dell’esclusione delle donne dalla parola come segno e strumento di potere, nella politica, nella religione, ma anche nell’arte, dal teatro alla letteratura. Il filmato è un extra relativo alla quarta puntata della stagione 2020 del programma L’altro ‘900 intitolata La tela di Penelope: la scrittura delle donne, che protagonista proprio Dacia Maraini.
 
L’altro ‘900 è il programma di letteratura di Rai Cultura diretta da Silvia Calandrelli firmato da Isabella Donfrancesco e da Alessandra Urbani per la regia di Enzo Sferra e Laura Vitali, in onda ogni lunedì in prima serata su Rai 5 dal 14 dicembre 2020. In questa edizione oltre alle letture di Alessio Vassallo, quelle di Marco Baliani, Anna Bonaiuto, Giuliana De Sio, Daria Deflorian, Gianfelice Facchetti, Francesca Serra e Pamela Villoresi.

Dacia Maraini nasce a Fiesole il 13 novembre 1936. È scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice. Negli anni Settanta è tra le fondatrici del teatro della Maddalena, gestito da sole donne; qui, cinque anni più tardi, verrà rappresentato Dialogo di una prostituta con un suo cliente, tradotto in inglese e francese e rappresentato in dodici paesi. Maraini ha fatto parte della cosiddetta generazione degli anni Trenta, insieme a Umberto Eco, Gesualdo Bufalino e Ferdinando Camon. Della sua vastissima produzione letteraria ricordiamo il romanzo La lunga vita di Marianna Ucrià (1990), vincitore del premio Campiello e da cui è stato tratto l’omonimo film di Roberto Faenza, la raccolta Buio, che vince il Premio Strega nel 1999 e Se un personaggio bussa alla mia porta del 2016, pubblicato da Rai Eri. Poi Tre donne (2017), Corpo felice (2018) e Trio (2020), tutti pubblicati da Rizzoli.