Lolò di Magda Szabó secondo Antonella Cilento

Il principe delle fate e la sua voglia di fuga

Scritta negli anni cinquanta in Ungheria, Lolò, il principe delle Fate di Magda Zsabó (ora riproposta da Anfora edizioni nella traduzione di Vera Gheno con postfazione di Antonella Cilento) è una favola che mescola sapientemente elementi della tradizione (fate, ciclopi, magie, animali parlanti, unicorno) elementi moderni (strumenti come il non videor, il convertor, il numquam, l’iterum) e riferimenti cifrati alla situazione politica del proprio paese. Zsabó narra di Iris, la regina delle Fate, preoccupata per le intemperanze del figlio Lolò, sempre proteso verso nuove avventure e irresistibilmente attratto dagli umani. Iris sta per sposare il suo amato capitano Amalfi, ma il crudele mago Aterpater s’intromette: ricatta la regina, minacciando di rivelare che Lolò ha un cuore umano e quindi deve essere espulso dal regno delle fate e in cambio del suo silenzio pretende di diventare lui suo marito. Aterpanter cancella la memoria di Lolò, spedisce lontano sia Amalfi sia l’unicorno che dice sempre la verità, ma il suo piano s’infrange contro la coalizione dei fedelissimi della regina. Che non può più fare la regina perché ha anteposto i suoi doveri di madre a quelli del suo regno... Ci illustra i vari aspetti del libro Antonella Cilento, sua lettrice appassionata.

Lolò non era un fatino regolare: voleva sempre fare cose diverse da quelle che si addicono alle fate. Non gli piaceva ballare la danza dei rubini, viaggiare in una bolla di sapone, esercitarsi negli incantesimi di base che si studiavano nelle prime classi della scuola delle fate, e non gli piaceva neanche stare, di tanto in tanto, a non fare niente, seduto a chiacchierare tra i fiori, cosa che solitamente era un passatempo gradevole per ogni fata.


Magda Szabó nasce il 5 ottobre 1917 a Debrecen in Ungheria. Autrice di numerosi romanzi, drammi, raccolte di poesie, è considerata la più importante scrittrice ungherese del XX secolo. Muore a a 90 anni, il 19 novembre 2007 nella sua casa di Kerepes, vicino Budapest. Di lei, Einaudi ha pubblicato i romanzi La porta (2005), La ballata di Iza (2006), Via Katalin (2008),  L'altra Eszter (2009),  e Il vecchio pozzo (ultima edizione 2016); le edizioni Anfora Abigail, Per Elisa, Affresco, La notte dell’uccisione del maiale, Lolò, il principe delle fate.

Antonella Cilento nasce a Napoli nel 1970. Nel maggio 2019 è uscito il suo ultimo libro Non leggerai (Giunti), romanzo che hai inaugurato la collana Young Adult “Arya”, che segue a Morfisa o L'acqua che dorme (Mondadori 2018). Con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori 2014) è stata finalista del Premio Strega 2014.  Ha pubblicato inoltre Il cielo capovolto (Avagliano, 2000), Una lunga notte (Guanda, 2002, Premio Fiesole 2002, Premio Viadana), Non è il Paradiso (Sironi, 2003), Neronapoletano (Guanda, 2004), L’amore, quello vero (Guanda, 2005), Napoli sul mare luccica (Laterza, 2006), Nessun sogno finisce (Giannino Stoppani, romanzo per ragazzi, 2007, Premio Giulitto 2008), Isole senza mare (2009, Guanda), Asino chi legge (Guanda, 2010), La paura della lince (Rogiosi, 2012), Bestiario Napoletano (Laterza) e La madonna dei mandarini (NN Editore).