Louisa May Alcott secondo Elena Vozzi

Lettere dalla creatrice delle sorelle March

Scrive Elena Vozzi nell’introduzione a Le nostre teste audaci, antologia di lettere di Louisa May Alcott da lei curata per L’orma editore: “la notorietà di Piccole donne ha finito per fagocitare quella dell’autrice”. Il libro traccia, attraverso brani scelti dall'epistolario della scrittice, un profilo della vita e del pensiero di Alcott, donna forte, ironica e indipendente, impegnata nel civile. Cresciuta in una famiglia molto particolare, padre filosofo, madre suffragetta, pochi soldi, grandi ideali, Louisa combatte da subito una battaglia per sostenere i suoi cari: fa la domestica, l’infermiera, la dama di compagnia, e intanto scrive, sperando di riuscire a fare della letteratura il suo mestiere. Quando l’editore Thomas Niels le chiede un romanzo per ragazze, è molto perplessa e decide di attingere alla propria esperienza familiare. Scriverà nel 1875 a una sua ammiratrice olandese: “ho due sorelle ancora in vita May (Amy), artista di talento, e Anna (Meg) adesso vedova e madre di Daisy e Demi. Io sono la secondogenita, una vecchia zitella quarantaduenne. Beth, la quarta sorella, è morta qualche anno fa come nel romanzo. Molti eventi che ho raccontato nel mio libro sono accaduti davvero, e buona parte di Piccole donne è la descrizione della vita che noi sorelle abbiamo condotto nella realtà. Io sono Jo nellla maggior parte dei tratti caratteriali, non quelli positivi.” Le lettere testimoniano il femminismo di Alcott (“per molte di noi la libertà è un marito migliore dell’amore”), la sua tenacia, il suo desiderio di indipendenza, e non ultimo la sua bravura come scrittrice.

Sto bene, e sono felice. Le cose scorrono lisce e penso proprio di riuscire nel mio intento: dimostrerò che, benché io sia una Alcott!, sono in grado di guadagnarmi da vivere. Adoro questa sensazione di indipendenza, e sebbene non sia facile è una vita libera e a me piace così. Non sono abile nei lavori manuali, dunque userò la mia testa come un ariete da guerra e mi farò strada nella mischia di questo pazzo mondo.


Louisa May Alcott nasce, seconda di quattro sorelle (Anna, Elizabeth e May), a Germantown, in Pennsylvania il 29 novembre 1832. Suo padre, Amos Bronson, tenta nel 1843 l’esperimento comunitario di Fruitlands. Per mantenersi Louisa trova lavoro come domestica per una famiglia di Boston. Pubblica il suo primo libro, Flower Fables, a ventidue anni. Amica di Ralph Waldo Emerson e di Henry David Thoureau, è infermiera durante la Guerra Civile Americana e si ammala di tifo. Nel 1864 pubblica Mutevoli umori. Diventa famosa in tutto il mondo per il romanzo Piccole Donne del 1868, richiestole dall’editore Thomas Niels, cui fanno seguito Piccole donne crescono (1869), Piccoli uomini (1871) e I figli di Jo (1886). Pubblica più di trenta libri tra romanzi e raccolte di racconti. È abolizionista e si batte per i diritti delle donne. Muore il 6 marzo 1888, a soli due giorni dalla morte del padre che assiste in una lunga malattia. Nel 1912 Orchard House dove gli Alcott hanno vissuto per vent’anni viene trasformata in un museo.

Elena Vozzi ha lavorato come editor e traduttrice per Castelvecchi, Fazi, Fusi Orari e Baldini & Castoldi, e collabora come docente per diversi corsi di formazione editoriale. Dal 2011 è caporedattrice delL’orma editore.