Le parole di Dante: Bieco secondo Annalisa Nesi

In collaborazione con l'Accademia della Crusca

In occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, l'Accademia della Crusca ha lanciato l'iniziativa di pubblicare ogni giorno una scheda dedicata a un termine preso dalla sua opera: affacci essenziali sul lessico e sullo stile del poeta, con brevi note di accompagnamento. "La parola di Dante fresca di giornata" è un'occasione per ricordare, rileggere, ma anche scoprire e approfondire la grande eredità linguistica lasciata da Dante. 

http://www.vocabolariodantesco.it/ 


 In collaborazione con l'Accademia, Rai Cultura ha scelto una serie di termini ed espressioni della Divina Commedia particolarmente rappresentativi del mondo poetico di Dante e li ha fatti commentare ad Accademici della Crusca, accompagnando i video con letture dantesche d'eccezione: quelle di Giorgio Albertazzi per l'Inferno, di Giancarlo Sbragia per il Purgatorio e di Enrico Maria Salerno per il Paradiso
Annalisa Nesi: Bieco, Inferno XXV, 31

Lo mio maestro disse: «Questi è Caco, 
che sotto ’l sasso di monte Aventino 
di sangue fece spesse volte laco.                               

Non va co’ suoi fratei per un cammino, 
per lo furto che frodolente fece 
del grande armento ch’elli ebbe a vicino;                     

onde cessar le sue opere biece 
sotto la mazza d’Ercule, che forse 
gliene diè cento, e non sentì le diece».     


 Annalisa Nesi, già docente di Linguistica italiana all’Università degli Studi di Siena, è Accademica della Crusca. Si occupa di italiano e dialetto, di lessici tecnici e saperi tradizionali, della situazione linguistica della Toscana insulare e della Corsica. Ha partecipato e partecipa a imprese atlantistiche nazionali e internazionali fra le quali l’Atlante Lessicale Toscano, punto di partenza e luogo di formazione, l’Atlas Linguistique Roman, l’Atlante Linguistico Mediterraneo, impegno recente. Nell’ambito dell’italiano contemporaneo si segnalano i contributi relativi al progetto LinCi “La Lingua delle Città”. Delle numerose pubblicazioni di linguistica corsa si ricordano quelle rivolte al rapporto fra corso e italiano nel XIX secolo che hanno poi condotto alla pubblicazione nel 2020 dell’edizione commentata dei Canti Corsi di Niccolò Tommaseo, prima testimonianza organica di poesia popolare.