Susanna Tamaro, Una grande storia d'amore
L'isola delle api
Quando si incontrano la prima volta Andrea è ufficiale su un traghetto che va da Venezia a Il Pireo e Edith una studentessa di lingue in viaggio con gli amici: siamo nel luglio 1978. Il romanzo di Susanna Tamaro, Una grande storia d’amore, comincia dalla fine: da Andrea, che, solo nella casa scelta insieme a Edith su un’isola di fronte alla Corsica, ripercorre le tappe del legame fondamentale della sua vita. Per lei lui ha rinunciato alla sua fidanzata storica, l’ha aspettata quando lei è partita senza lasciare traccia, l’ha accolta con una figlia piccola senza farle domande; hanno passato insieme momenti di grande felicità e poi di grande dolore. Andrea è orizzontale, Edith è verticale; lui è abituato a fronteggiare le tempeste, lei se le va a cercare spinta dal suo idealismo; entrambi non si accontentano di sopravvivere, cercano qualcosa di vero e profondo. Tutt’altro che fiabesco l’amore raccontato da Susanna Tamaro è fatto di scogli da superare e di distanze da accorciare: è una conquista provvisoria ma è l'unica cosa per cui vale la pena di impegnarsi davvero.
Qual era stato il filo che ci univa? L’attrazione fisica, certo, ma quella in fondo non era altro che il riflesso di qualcosa di più profondo e complesso. Era forse proprio la sindrome del pesce volante ad averci reso così indispensabili l’uno per l’altra? Il non accontentarsi di un mondo, l’andare costantemente alla ricerca di una qualche forma di deragliamento? Ma quel deragliare, quel cancellare ciò che c’era stato, non si era rivelata un’azione benefica per me. Anzi, mi aveva quasi condotto all’annientamento. Era stato così anche per te?