Carlo Cassola: la polemica con Vittorini

Esporre i fatti della vita

In questo frammento, tratto dal programma Una giornata con Carlo Cassola di Ugo Ronfani del 29 ottobre 1978, Cassola ricorda i contrasti con Vittorini a proposito del ruolo della letteratura, e dell'importanza per lui di quello che chiama "disimpegno" rispetto alle questioni ideologiche.

Quando parlavo di disimpegno intendevo dire che la letteratura non doveva essere sovraccaricata di fini sbagliati, come quelli predicati da Vittorini, da Pavese, da Sartre - Carlo Cassola

Carlo Cassola vive a lungo nel Volterrano, dove prende parte alla Resistenza; per molti anni è professore di liceo a Grosseto. La sua narrativa appare dominata dal motivo della solitudine dell'individuo e della pena di vivere: motivo che appare nei racconti lunghi o romanzi Il taglio del bosco (1953), Il soldato (1958), Un cuore arido (1961). Altro tema ricorrente quello della Resistenza (Fausto e Anna, 1952, 2aed. 1958; I vecchi compagni, 1953; La casa di via Valadier, 1956; Un matrimonio del dopoguerra, 1957; La ragazza di Bube, 1960, il suo romanzo forse di maggiore impegno). Altri suoi titoli: Il cacciatore, 1964; Tempi memorabili, 1966; Storia di Ada, 1967; Ferrovia locale, 1968; Una relazione (1969); Monte Mario (1973); L'antagonista (1976); L'uomo e il cane (1977); Vita d'artista (1979); Il ribelle (1980). L'attività saggistica diventa centrale nella sua produzione dopo che si impegna attivamente in senso antimilitarista (dal 1979 fu presidente del Movimento per il disarmo unilaterale): Il gigante cieco (1976); La lezione della storia (1978); Letteratura e disarmo (1978); Contro le armi (1980); La rivoluzione disarmista (1983). Muore a Montecarlo, Lucca, nel 1987.