Alessandra Carati, E poi saremo salvi
Premio Opera Prima al Viareggio – Rèpaci
Alessandra Carati si aggiudica il Premio Opera Prima al Viareggio – Rèpaci di quest’anno. Il premio le verrà consegnato il 28 agosto 2021 a Viareggio nel corso della serata finale.
Nell’aprile 1992 Aida e sua madre Fatima devono affrontare una spaventosa fuga dal loro villaggio bosniaco minacciato dai ceceni per raggiungere il padre Damir. La famiglia si insedia in un appartamento nella periferia sud di Milano insieme ad altri profughi e qui ad ottobre nasce il fratellino di Aida, Ibro. In E poi saremo salvi, pubblicato da Mondadori, Alessandra Carati ricostruisce le tappe della crescita della ragazzina, traumatizzata dal dolore dei suoi genitori per la perdita delle loro radici (dopo la guerra trovano al casa rasa al suolo) e combattuta tra il desiderio di essere solidale con loro e quello di diventare un’italiana a tutti gli effetti. Emilia e Franco, una coppia di volontari che si affezionano a lei al punto di ospitarla spesso a casa loro, incoraggiano la sua attitudine allo studio. Aida finirà per trasferirsi da loro, pur restando molto legata ai suoi, e soprattutto al turbolento fratello. Laureatasi in medicina, Aida cercherà in ogni modo di aiutare Ibro a superare le sue crisi dovute alla schizofrenia. Un romanzo sul dolore di chi è costretto a lasciare la propria terra, la propria lingua, i propri affetti, un dolore le cui conseguenze continuano ad agire a distanza di molto tempo.
Alessandra Carati vive a Milano. Fino al 2013 ha insegnato ed è stata autrice per cinema e teatro. Oggi collabora con diversi editori.
Nell’aprile 1992 Aida e sua madre Fatima devono affrontare una spaventosa fuga dal loro villaggio bosniaco minacciato dai ceceni per raggiungere il padre Damir. La famiglia si insedia in un appartamento nella periferia sud di Milano insieme ad altri profughi e qui ad ottobre nasce il fratellino di Aida, Ibro. In E poi saremo salvi, pubblicato da Mondadori, Alessandra Carati ricostruisce le tappe della crescita della ragazzina, traumatizzata dal dolore dei suoi genitori per la perdita delle loro radici (dopo la guerra trovano al casa rasa al suolo) e combattuta tra il desiderio di essere solidale con loro e quello di diventare un’italiana a tutti gli effetti. Emilia e Franco, una coppia di volontari che si affezionano a lei al punto di ospitarla spesso a casa loro, incoraggiano la sua attitudine allo studio. Aida finirà per trasferirsi da loro, pur restando molto legata ai suoi, e soprattutto al turbolento fratello. Laureatasi in medicina, Aida cercherà in ogni modo di aiutare Ibro a superare le sue crisi dovute alla schizofrenia. Un romanzo sul dolore di chi è costretto a lasciare la propria terra, la propria lingua, i propri affetti, un dolore le cui conseguenze continuano ad agire a distanza di molto tempo.
La guerra era finita, la frontiera era stata ricostruita e noi eravamo stati tagliati fuori dal nostro villaggio. Senza nemmeno un posto dove seppellire i morti. Allora i miei genitori avevano capito di aver perso tutto, ma proprio tutto e che per sempre sarebbero stati esuli, perché il paese così come lo avevano conosciuto era andato perso. Avrebbero solo potuto immaginarlo e sognarlo e desiderarlo, e come accade con qualcosa che non può tornare, la nostalgia aveva preso possesso dei loro cuori.
Alessandra Carati vive a Milano. Fino al 2013 ha insegnato ed è stata autrice per cinema e teatro. Oggi collabora con diversi editori.